La fruibilità dei monumenti paternesi: “Subito una conferenza per affrontarne i problemi”

95047.it Riceviamo e pubblichiamo:

“Quello della fruibilità del patrimonio artistico di Paternò è un problema che stenta ad essere affrontato alle radici, tema che puntualmente cade nel dimenticatoio della gestione della Cosa pubblica. Conosciamo sempre meglio, anche grazie al lavoro divulgativo di mass media e studiosi, un potenziale culturale costituito da edifici storici e luoghi di interesse artistico e archeologico: elementi fisici portanti della cultura, appunto, che con crescente urgenza chiedono maggiore valorizzazione e fruizione. Mi riferisco principalmente a edifici medievali che ben conosciamo, quali il Castello e la chiesa di S. Francesco, chiese barocche, ex conventi e monasteri, nonché piazze e strade che formano il tessuto urbanistico del Centro storico, il cui cuore è rappresentato dalla Collina monumentale. Per il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio si interviene però a rilento e sporadicamente, senza un filo logico e direi occasionalmente, così com’è avvenuto per la riapertura al pubblico (dopo alcuni anni di chiusura) del Castello, simbolo stesso della città, oppure per la riqualificazione del Piccolo teatro.

Credo che i tempi sono ormai maturi affinché si rendano fruibili gli edifici recuperati dall’oblio storico da parte delle precedenti amministrazioni, palazzi ristrutturati o restaurati a cui non è stata ancora data una funzione definitiva. Cosa che, ad esempio, sta finalmente avvenendo per i locali dell’ex Pretura di via Roma, antico convento domenicano ristrutturato, il quale verrà riaperto a fine novembre con la funzione di Galleria d’Arte Moderna, la cui collezione di opere è stata a lungo smembrata e senza sede. I lavori per il restauro di questo edificio furono consegnati nel 2007, e completati successivamente grazie ad un finanziamento regionale ottenuto dal Comune di Paternò quando ricoprii l’incarico di assessore ai Lavori pubblici. Altro discorso va fatto per il grande edificio dell’ex Ospedale della Gancia, il quale avrebbe dovuto costituire la nuova sede del Museo civico archeologico “Gaetano Savasta”, oggi accolto nel piccolo ex Carcere borbonico di via Santa Caterina. Continuo con l’ex Convento di San Francesco sulla Collina, i cui lavori conclusivi di ripristino sembrano essersi arenati. E ancora il cinema ‘Santa Barbara’, anch’esso acquisito durante la precedente amministrazione, sottoposto a una prima fase di ristrutturazione ma ancora chiuso e senza un futuro. Altro discorso va fatto per la valorizzazione dell’antico Macello, sede del Museo etno-antropologico, un luogo che andrebbe maggiormente valorizzato, visto il crescente interesse turistico per simili allestimenti. Si tratta di interventi di riqualificazione il cui elenco potrebbe continuare, e per i quali in passato sono stati spesi congrui finanziamenti pubblici. Per la soluzione di quello che sembra un avvio senza meta, manca a mio avviso un modello di gestione che dovrebbe funzionare a pieno ritmo e senza rallentamenti e fermate. Un progetto da definire ed attuare attraverso un piano di fruizione efficace sul piano logistico, permanente e non occasionale, e che abbia la visione d’insieme della gestione dell’intero patrimonio artistico, storico e monumentale di Paternò. Come accennato prima, un siffatto piano necessiterebbe innanzitutto di una accelerazione dei tempi per gli interventi strutturali, aprendo magari all’offerta pubblica e coinvolgendo le associazioni culturali e le intelligenze che la città possiede. Il concetto che esprimo non può però prescindere da un sentire comune già alla sua base, atteggiamento propedeutico per un progetto unitario e aperto in tutte le direzioni da parte di chi, di volta in volta, amministra la città. Ciò infatti può realizzarsi solo attraverso una visione di continuità tra le amministrazioni che si susseguono al governo della città, senza censure e pregiudizi politici.

Pertanto, propongo a tale riguardo una Conferenza pubblica in cui si discuta costruttivamente di questi problemi e delle loro possibili soluzioni; un incontro a cui prendano parte l’amministrazione comunale, le associazioni culturali e gli studiosi della storia di Paternò. Un incontro, insomma, che sia l’inizio di un nuovo modus di affrontare e risolvere i problemi di cui parlo. Un modello che rigetti ogni forma di chiusura e ripiego su se stesso, atteggiamento politicamente sbagliato e dannoso non solo per il nostro patrimonio storico, ma specialmente per la crescita socio-culturale dell’intera collettività. “Una generazione che ignora la sua storia non ha passato… né futuro”, scrisse il romanziere Robert Heinlein. E’ questo il rischio che vogliamo e dobbiamo evitare”.

2 Comments

  1. Senatore x favore lasci perdere I monumenti si interessi dell’ ospedale ,in quanto sia Lei Che il Sindaco non siete stati capaci nemmeno. di difendere VERGOGNA

  2. belle parole lo dica ai politici del suo paese…….
    non dicono altro

    a me chi mi attocca…………..

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