La politica del bla bla bla: e l’Irpef diventò il centro di tutto

95047.it La cartina di tornasole che fotografa al meglio la saccente autoreferenzialità della classe dirigente paternese, è rappresentata da quella torrida seduta di consiglio di fine luglio. Dodici ore, quasi consecutive, di sproloqui “dedicati” all’addizionale Irpef. Un pò come tornare sul luogo del delitto. Tre volte l’Irpef ha fatto capolino in aula in nemmeno sette mesi. Un primato. Un triste primato ovviamente: come quello che perseguita Ferri a proposito del record di autogol come canta Ligabue. Per chi si è trovato a passare di lì in quel giorno è stato un deja vu: “Ma come? Ancora?”. Certo, ancora.

A prescindere dalla forma, ovvero se quell’ultimazione votazione in ordine di tempo – alla fine – è davvero legittima viste le incongruenze legate alla mancata pubblicazione della delibera che riportava l’Irpef allo 0,4% ed al fatto che si presuppone che nel 2016 (senza avere ancora un Piano di entrata) tutto torni ancora allo 0,4%; a prescindere anche da chi, arzigogolando giustificazioni e tecnicismi che appartengono alla politica della prima repubblica, ha tenuto il gioco in aula; a prescindere da tutto questo, interessa la sostanza. E la sostanza spiega in maniera formidabile, che l’Irpef è diventato il centro di tutto. Una vicenda (abbiamo avuto modo di affermarlo con forza già nei mesi scorsi) gestita malissimo da amministrazione e maggioranza: un capitolo che ha segnato il punto più basso della non-comunicazione tra il Palazzo e la città. Va pure bene che non ci siano soldi: ma ci sono modi e modi.

In secondo, terzo, o forse anche quarto piano sono passati temi come il lavoro, lo sviluppo economico, l’urbanistica, i Rifiuti Zero, l’attenzione verso il declino di un territorio che non sa più a che santi votarsi. Per non parlare delle infrastruttre: vedi la metropolitana della quale avremo modo di approfondire nei prossimi giorni.
E’, ahinoi, un quadro da brividi. Che, al di là delle belle parole di circostanza e degli indecorosi bla bla bla della politica sconforta parecchio. E soffoca ogni possibile esercizio di speranza. Fatti che dovrebbero scuotere la classe dirigente paternese. E invece.

E, invece, niente. Silenzio. Serve l’Irpef. Che importa se il Titanic affonda con i suoi topi e i suoi straccioni di terza classe. Nel frattempo, giunge il durissimo affondo del Movimento 5 Stelle paternese come il sale nella ferita: “Il MeetUp paternese è stanco di assistere a questo metodo di amministrare la città, un modo approssimativo, superficiale ed aberrante che disconosce i termini come: Progettualità, Solidarietà; Partecipazione e Programmazione. Riteniamo inoltre assurdo e grave, che la delega al bilancio la detenga il Sindaco (professore di lettere) il che impedisce alla “politica” di dettare l’agenda finanziaria dell’ente demandando tutto al tecnicismo degli uffici.
Come Movimento diciamo basta e lanciamo un appello ai cittadini: attiviamoci con consapevolezza affinché possiamo sostituire questo sistema politico fallimentare. Noi ci siamo e quando arriverà il momento non ci tireremo indietro”.