L’ABBRACCIO INFINITO DI PALERMO A BIAGIO CONTE. “SANTO SUBITO”

La commozione, il senso di una mancanza, il disorientamento, ma anche una speranza testarda scandiscono i giorni, le ore, gli attimi alla Missione speranza e carità, fondata 30 anni fa per accogliere gli ultimi tra gli ultimi, da Biagio Conte. Qui la vita è sempre stata febbrile e non si ferma neppure ora, nonostante un’atmosfera di sospensione.

L’amministrazione comunale ha dichiarato sei giorni di lutto cittadino: da ieri fino ai funerali che si svolgeranno martedì alle 10.30 in cattedrale.

I poveri amati dal missionario laico, i volontari, tante persone continuano a stringersi nell’edificio di via Decollati dove la camera ardente è stata allestita, meta continua di una città che si sente un po’ orfana. La missione accoglie, sostiene e forma nei vari laboratori ogni giorno circa 700 persone, c’è chi dice un migliaio.

Cambia poco, quel che conta, ed è la richiesta di tanti, è che continui a operare. E che alla difficoltà di questo momento subentri la certezza che c’è l’impegno di tutti perché questo cuore pulsante di umanità e di riconquista della dignità non cessi di battere. Tra le strade che conducono a Biagio, in questi giorni in cui Palermo vuole congedarsi da lui con uno sguardo e un saluto a quel corpo che ha incontrato tantissimi corpi, anime e sguardi feriti, uomini e donne alla ricerca di un senso o di un impegno concreto, emerge la gratitudine e il riconoscimento del grande bene fatto da questo San Francesco laico. “L’angelo dei poveri”, lo chiamano. E così sono in tanti a percepirlo come un santo. “Santo subito”: è l’espressione che passa da una voce all’altra, da un social all’altro, come si fosse davanti alla Basilica di San Pietro, sotto le finestre papali, a invocare il medesimo riconoscimento che fu urlato o scritto dalla folla su grandi cartelli per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI in occasione dei funerali. “Vorrei leggerli oggi, quei cartelli, ‘Santo subito’”, afferma Davide, un giornalista.

Fratel Biagio adesso è faccia a faccia con il Padre, come ha sempre voluto, cercando quel Volto tra i suoi poveri, ripetono in molti. “Come la cerva anela ai corsi d’acqua Così l’anima mia anela a te. L’anima mia ha sete di Dio. Sete del Dio vivente”, campeggia da ieri sulla pagina Facebook della Missione di speranza e carità. “È ora che sia proclamato Santo subito – dice Donatella – perché ha saputo vivere il Vangelo e la missione della chiesa come voleva Gesù tra i poveri e gli ultimi… ha lasciato un segno indelebile su tutti quelli che hanno incrociato il suo sguardo emanava luce divina”. “Adesso aiuterà i poveri da lassù. Lui sì – per Concetta – che può essere fatto santo.

Ha dedicato la sua vita per i poveri senza avere nulla in cambio, solo affetto”. E Rocco: “Gli dico grazie per essersi fatto piccolo in una generazione di grandi. Per essersi fatto fratello”. “Abbiamo conosciuto un santo con gli occhi azzurri, ora lo è in cielo”, secondo Mariella. “Non lo conoscevo – spiega Francesca – in questi giorni sono andata alla ricerca di video che potesse raccontarlo. È stato un esempio magnifico per l’umanità intera”. Per Angela “una perdita infinita. Il mondo perde i suoi occhi e il suo sguardo di pace e fratellanza”. “Un grande uomo sulle orme di San Francesco insieme agli ultimi”, per Franco. Palermo continua la sua processione verso fratel Biagio che ripeteva che i poveri sono di tutti. E viverla ogni giorno questa cosa, forse è il solo vero modo per dimostrare di avere compreso questo santo laico. E per diventare un po’ santi e meno banali anche noi.