LAMEZIA: Operazione “Tifo selvaggio”, nomi e foto degli Ultrà del Catania arrestati

Sono stati tutti arrestati dalla Polizia di Stato i 20 ultras del Catania che domenica scorsa 29 aprile, in Lamezia Terme, hanno assalito quattro cittadini scambiati per tifosi del Siracusa.

Tutti ritenuti responsabili, a vario titolo in concorso tra loro, dei reati di rapina impropria, danneggiamento aggravato, incendio, lesioni aggravate, violenza privata, utilizzo di oggetti atti ad offendere in occasione di manifestazioni sportive e resistenza a pubblico ufficiale, detenzione abusiva di materiale esplodente. Per uno degli ultras, Luca Razza, è stato anche configurato il reato di tentato omicidio aggravato per aver cercato di investire con un furgone un Agente della Polfer che aveva cercato di frenarne la fuga a seguito dell’aggressione.

Nelle prime ore di questa mattina, il Commissariato di Lamezia Terme e la Digos di Catanzaro – con l’ausilio di personale della Digos di Catania ed Enna – hanno dato esecuzione a 20 ordinanze e proceduto a contestuali perquisizioni domiciliari che hanno consentito il rinvenimento di materiale d’interesse per le indagini.

Nel corso dell’operazione agli indagati sono stati anche notificati i provvedimenti DASPO con obbligo di firma emessi dal Questore di Catanzaro.

Dalla dinamica dei fatti e dalle modalità con cui il gruppo viaggiava gli investigatori hanno subito dedotto che gli aggressori potessero appartenere ad una tifoseria calcistica.

In seguito alle mirate attività di indagine, volte alle identificazioni degli autori dell’aggressione, gli investigatori del Commissariato di Lamezia Terme e della DIGOS della Questura di Catanzaro, in stretto raccordo informativo con gli uffici dipartimentali, nonché con i Compartimenti della Polizia Stradale interessati, hanno potuto identificare gli autori del cruento evento.

Sono state acquisite le immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza posizionati lungo il percorso e sul luogo dove è avvenuta l’aggressione e dall’analisi della visione delle stesse è stato possibile accertare la ricostruzione dei fatti. Si è potuto riscontrare sul luogo dell’evento la presenza di due pulmini e due autovetture, su cui viaggiavano tifosi di calcio provenienti da Catania.

Anche grazie anche alla deposizione delle vittime e di alcuni testimoni, è stato possibile ricostruire la dinamica del fatto criminoso da parte dei componenti dei predetti mezzi, ben 21 persone che hanno preso parte attiva all’aggressione.

Durante la trasferta a Matera, i sostenitori etnei, dapprima si sono resi responsabili di alcune indiscriminate aggressioni ai danni di inermi cittadini nei pressi degli imbarcaderi di Messina e, successivamente, quelli a bordo dei mezzi utilizzati dagli ultras dopo aver ingaggiato un inseguimento lungo l’autostrada A2 del Mediterraneo di un autovettura i cui occupanti sono stati erroneamente scambiati per tifosi siracusani, nei pressi della stazione ferroviaria di Lamezia Terme (CZ), hanno violentemente aggredito le vittime, rapinandoli di valori e oggetti personali e procurando l’incendio della parte anteriore dell’autovettura mediante il lancio un fumogeno.

I nomi degli arrestati (tutti di Catania)

  • Luca Razza – 35 anni 
  • Vincenzo Lombardo – 39 anni
  • Giovanni Antonio D’Agosta – 40 anni
  • Matteo D’Agosta – 19 anni
  • Tommaso Davide Viscuso – 26 anni
  • Simone Scarcella – 22 anni
  • Daniele D’Arrigo – 25 anni
  • Orazio Motta – 26 anni
  • Angelo Condorelli – 29 anni
  • Gianluca La Farina – 33 anni
  • Orazio Angelo Tabuso – 23 anni
  • Benito Pastura – 27 anni
  • Giovanni Manganaro – 29 anni
  • Nicolosi Damiano – 22 anni
  • Mirko Gallo – 24 anni
  • Rosario Calarco – 29 anni
  • Luca Spampinato – 24 anni
  • Carmelo Giuseppe Murabito – 23 anni
  • Marco Salvatore Balistreri – 24 anni
  • Gabriele Giuffrida – 19 anni

Per i primi quattro, già precedentemente daspati, il Questore di Catanzaro, vista la gravosità dei fatti e la crudeltà con cui hanno agito,ha emesso provvedimento di divieto di partecipare a manifestazioni sportive per anni 8, per gli altri il divieto è per 6 anni.