L’ANTITRUST INDAGA SULLA SHRINKFLATION, STESSO PREZZO, MENO PRODOTTO NELLE CONFEZIONI

L’Antitrust accende un faro sulla “Shrinkflation”, quella particolare tecnica di marketing attraverso cui le aziende riducono la quantità di prodotto nelle confezioni, mantenendo i prezzi sostanzialmente invariati.

L’Autorità ha detto il direttore generale per la tutela del consumatore, Giovanni Calabrò in audizione alla Commissione d’inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, “sta monitorando il fenomeno al fine di verificare se possa avere rilevanza ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo, con particolare riferimento alla disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette”.

Ma quali sono, nel concreto, gli effetti della shrinkflation sui prodotti che troviamo sugli scaffali dei supermercati?

Nell’esposto presentato dall’Unc all’Antitrust lo scorso 8 aprile, si legge, ad esempio, di mozzarelle vendute a pezzi da 100 grammi, anziché i canonici 125, di caffè in confezioni da 225 grammi anziché 250. Secondo le rilevazioni citate da Today, ci sono anche tavolette di cioccolato passate da 100 a 90 grammi e le bibite, vendute in bottiglie da 1,35 litri anziché 1,5.