
«Ma chi può avere la strampalata idea di riaprire le scuole il 9 dicembre? Ma vi pare un dibattito normale? Per un assurdo puntiglio di un ministro, per un po’ di visibilità, dovremmo riaprire le scuole superiori per 7, dico 7, giorni al netto del weekend, così da dover mettere in isolamento gli eventuali positivi proprio a Natale». E’ il commento del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti stamani via Facebook. «O avere ragazzi che porteranno il virus alle cene di famiglia, proprio quando gli ospedali sono più vulnerabili, con parte del personale in ferie – continua -. Ma lo sa chi alimenta questo dibattito che il mese di dicembre vale gli incassi, e dunque lavoro e occupazione, pari ai mesi di novembre, gennaio e febbraio messi insieme?».
«Allora in un Paese serio si programmerebbe di lasciar lavorare nelle settimane di Natale quelle imprese che oggi stanno pagando il prezzo più alto e rischiano la chiusura – propone Toti -. Le scuole, che peraltro sono aperte a parte le superiori, ripartirebbero a gennaio, come sempre, quando semmai, se proprio dovessimo, potremmo chiedere un ulteriore stop ad alcune attività che intanto hanno lavorato a Natale».
Terminato il confronto con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza, Toti, nel punto serale sull’epidemia, è tornato sul tema, chiarendo la posizione complessiva delle Regioni: «Tutte le amministrazioni unite hanno chiesto al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni eventuale riapertura della didattica in presenza. Tutti i governatori sono d’accordo sul fatto che eventuali riaperture prima di Natale, oltre a quanto gia’ previsto dallo schema delle fasce di rischio, sarebbe una mossa inopportuna perché si rischia che un eventuale aumento dei contagi vada a impattare sugli ospedali nel delicato periodo delle festività. Inoltre, servirebbe un sistema preciso di scaglionamenti degli ingressi e delle uscite e andrebbe rivisto il limite del 50% di riempimento per il trasporto pubblico».
«Sono sempre stato dell’idea che le scuole non andavano chiuse, basta vedere il resto d’Europa dove nessuno le ha chiuse. O pensiamo di essere i piu’ furbi, o dovremmo guardare a chi fa meglio di noi. Sarebbe bene imparare da Germania, Svizzera, Austria, Francia, ecc». Lo sottolinea su Facebook l’infettivologo Matteo Bassetti, Direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova.
«Io credo – ribadisce – si debba tornare a scuola con tutte le misure di sicurezza. Nelle scuole secondarie i ragazzi sanno che indossare la mascherina e’ fondamentale. Servirebbe invece ragionare sui trasporti pubblici locali, magari ipotizzando che nella fascia oraria 6-8.30, in cui si spostano i liceali, gli anziani dovrebbero rimanere a casa o usare altri mezzi di trasporto. Ma questo fa parte dell’organizzazione della societa’ in tempo di emergenza. Cosa fatta in altri Paesi, ma da noi no», conclude Bassetti.