L’ETNA ERUTTA, PIOGGIA DI LAPILLI. MUSUMECI: “STATO D’EMERGENZA, IL GOVERNO AIUTI LA SICILIA”

Sopralluogo ieri pomeriggio del presidente della Regione, Nello Musumeci, nei centri etnei colpiti dalla pioggia di cenere e lapilli dell’Etna. Il governatore ha annunciato la proclamazione dello stato di crisi e richiesto al governo nazionale lo stato di calamità per le zone interessate dal fenomeno.

Musumeci ha inoltre garantito un primo intervento economico di un milione di euro a sostegno dei Comuni ricadenti nelle aree colpite dall’attività vulcanica. Intanto, dal Dipartimento nazionale di Protezione civile sono giunte importanti rassicurazioni circa una mobilitazione a sostegno dei territori investiti dall’evento calamitoso. Secondo una prima ricognizione, condotta dal capo della Protezione civile regionale Salvo Cocina, i danni ammonterebbero a una decina di milioni di euro. Ma si attende una valutazione più analitica, che sarà compiuta in sinergia con i tecnici dei Comuni coinvolti.

«L’emissione di cenere sta provocando danni a piante e fiori coperti da una coltre nera che soffoca le produzioni con la necessità di avviare l’iter per la richiesta di calamità naturale». Lo chiede la Coldiretti nel sottolineare che i fenomeni eruttivi dell’Etna con l’emissione di cenere e lapilli hanno colpito pesantemente il comparto florovivaistico e delle piante aromatiche. «Le piante prodotte nell’area etnea in questo momento – sottolinea la Coldiretti – raggiungono tutt’Italia quindi bisogna sostenere maggiori costi sia per una selezione sia per la pulizia che dev’essere fatta attentamente per i danni che potrebbero derivarne». «La manutenzione straordinaria va estesa anche alle serre ed in generale a tutti gli strumenti di lavoro e questo – continua Coldiretti – fa lievitare i costi aziendali. Danni anche alle colture nonostante gli effetti reali, soprattutto sugli ortaggi e sugli agrumi, saranno visibili solo tra qualche tempo».