
L’Etna torna a dare segnali di attività. Alle 17:35 del 6 febbraio, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha registrato l’emissione di una colata lavica a una quota di circa 3.000 metri sul livello del mare, tra la base del cratere Bocca Nuova e quella del cratere di Sud-Est. Il flusso lavico si sta espandendo in direzione di Monte Frumento Supino.
L’attività attuale segue un periodo di modesta ed episodica attività esplosiva dal Cratere di Sud-Est, iniziato il 6 febbraio. Dal punto di vista sismico, l’ampiezza media del tremore vulcanico si mantiene con leggere oscillazioni entro il range dei valori medi. Le localizzazioni del centroide delle sorgenti del tremore risultano posizionate in corrispondenza del Cratere di Sud-Est, a un’altitudine compresa tra 2.800 e 3.000 metri.
Monitoraggio infrasonico e deformazioni del suolo
Al momento, l’attività infrasonica appare quasi del tutto assente. Tuttavia, nei giorni precedenti era stata segnalata una modesta attività infrasonica proveniente dal Cratere di Sud-Est. Per quanto riguarda il monitoraggio delle deformazioni del suolo, la rete GNSS non ha registrato variazioni significative, mentre la rete clinometrica ha rilevato una variazione molto modesta (nell’ordine di decimi di microradiante) alla stazione sommitale di Cratere del Piano (ECP).
L’INGV continua a monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e fornirà aggiornamenti tempestivi in caso di ulteriori sviluppi.