LETTERA APERTA A FRANCESCA, DIRETTORE RESPONSABILE DI ZONA FRANCA, UNA PERSONA SPECIALE DI MIMMO CHISARI

Ho conosciuto Francesca Coluccio come collega di sostegno in una delle prime classi del Liceo Linguistico F. De Sanctis di Paternò.

Di solito, andavo sempre di malumore ad affrontare gli alunni che stavano iniziando il loro nuovo percorso, nel mondo della Scuola Superiore, in quanto appassionato di Storia e Letteratura: argomenti che potevo svolgere, con più approfondimento, nel triennio.

Tra di noi c’è stata, subito, un’intesa sincera e spontanea senza quel velo di sospetto e di malcelata avversione che talvolta si crea tra docenti dello stesso corso.

Ci ha uniti ancora di più una simpatica alunna D. che seguivamo con tanta attenzione, ciascuno nel proprio ambito: io spiegando il Latino con richiami etimologici e storici e lei cercando di semplificare l’argomento trattato con esempi pratici, grafici e altro. Dapprima titubante, dopo un mia battuta umoristica, andata a segno, D. ha iniziato a seguire allegramente accelerando quella perfetta sintonia, che già si era creata tra me e Francesca. Un anno indimenticabile.

La mattina, prima di iniziare la lezione la ragazza veniva affettuosamente a salutarci come dei genitori. Qualche tempo dopo ho avuto modo di collaborare, ancora, con Francesca nella Redazione del periodico Paternò News, nella quale occasione debbo al suo incoraggiamento la pubblicazione del libro Euno re degli schiavi, che voleva far riflettere su alcuni importanti aspetti storiografici spesso trascurati dalla didattica tradizionale.

Ma l’avventura ancora non era finita: questa prima esperienza giornalistica è stata travasata in un’altra e più interessante Associazione Culturale, editrice di Zona Franca di cui Francesca sta egregiamente svolgendo il ruolo di Direttore responsabile e che proprio quest’anno ha ricordato con un nuovo sito, un nuovo video di presentazione di tutta la redazione e un nuovo formato della versione cartacea i cinque anni di attività dalla sua fondazione. Ho capito, ancora una volta, che dietro all’aspetto giornalistico c’era da parte di Francesca soprattutto la voglia di un impegno pratico, verso la Città di Paternò, che non fosse direttamente di carattere politico ma socioculturale. La strada mi sembrava più che giusta.

Ne ho avuto ulteriore conferma quando Francesca si è fatta promotrice di tante iniziative culturali (Prima edizione del Premio Einaudi ecc.) e di beneficienza come Natale Bambino, Il Parco inclusivo “Giardino del sorriso” di via dei Platani, l’Atelier Solidale e di tante altre iniziative, non ultima quella di coordinare, in questo triste periodo per Paternò, per tutta l’Italia e per il mondo intero, la lodevole attività del gruppo “Sarti senza corona” di Paternò che ha prodotto delle mascherine da distribuire alle Case di riposo, ai Presidii Ospedalieri, alle persone più anziane e a quelle più a rischio di contagio. Cosa dire!

Non ho voluto fare un panegirico della sua persona, così come lei non ha fatto mai nelle presentazioni dei vari eventi che ha presenziato, dove non ha esaltato la vanità del personaggio della serata ma l’aspetto significativo del suo pensiero. Per tale motivo, invertendo l’assunto della nota introduttiva al Siddharta di Hermann Hesse:

Quale mestiere più difficile che quello di mettersi davanti a una pagina bianca con l’impegno di riempirla di cose belle intelligenti e nuove ? io dico: Quale impegno più difficile di quello di realizzare le cose belle e intelligenti e nuove messe su una pagina bianca. Penso che possono provarci solo poche persone. Tra queste senza dubbio Francesca Coluccio!