MARSALA, PERSEGUITA LA FIDANZATA 16ENNE: DENUNCIATO DALLA MADRE DELLA RAGAZZA. IMPOSTO A ENTRAMBI IL BRACCIALETTO ELETTRONICO

Non si è girata dall’altra parte, non ha fatto finta di non vedere e anche rischiando di perdere l’affetto della figlia, vittima delle ossessive manie di controllo del fidanzato, ha scelto la strada della denuncia.
“Non ho fatto nulla di straordinario, l’avrebbe fatto qualunque madre”, racconta la donna che vive a Marsala con due dei suoi tre figli.

La decisione di rivolgersi alla polizia ha fatto scattare le indagini nei confronti del giovane, un 22 enne, a cui il 2 dicembre è stato notificato il divieto di avvicinamento alla fidanzata appena sedicenne. Lui dovrà anche indossare il braccialetto elettronico; lei, come richiesto dal pm Roberto Piscitello, un dispositivo elettronico che consentirà agli inquirenti di verificare se l’indagato viola la misura cautelare e si avvicina a meno di 300 metri dalla vittima.

Condotte che potrebbero portare a un inasprimento della decisione del giudice.

La vicenda, anticipata nei giorni scorsi dall’ANSA, nasce dunque dalla determinazione della donna, da anni separata dal marito che non ha più rapporti con i figli. Il 22enne e la vittima si sono fidanzati un anno fa. “Da allora lei ha cominciato a cambiare: era totalmente succube del fidanzato che la controllava continuamente, le vietava di frequentare altri, la ossessionava, decideva perfino come doveva vestirsi”, ricorda.

Dalle indagini – oltre alla denuncia della donna, che ha anche esibito alcuni dei messaggi inviati alla ragazza dall’indagato, sono entrate nel fascicolo le testimonianze dei professori della sedicenne – è emersa una storia di gravi violenze psicologiche. “Le imponeva di riprendersi col cellulare mentre tornava da scuola e di mandargli videomessaggi anche mentre mangiavamo, l’ha isolata da tutte le amiche”, racconta la madre che dal giovane violento è stata anche minacciata.

Ma quel che più ha preoccupato la donna è stato il calo del rendimento scolastico della figlia, costretta a inviare video al 22 enne anche dalla classe e incapace di proseguire gli studi.

Tanto da suscitare la reazione di insegnanti, stufi dei comportamenti dell’alunna, e degli stessi compagni che, a causa delle continue riprese video, hanno cominciato a lamentarsi delle continue violazioni della privacy.

La denuncia e la decisione del gip inizialmente ha inasprito i rapporti in famiglia, poi la ragazza ha capito che la donna aveva agito per il suo bene. “Ora è più serena”, racconta la madre, che ricorda lo stato di stress vissuto per mesi dalla sedicenne finita più volte al pronto soccorso per colpa delle ossessioni del fidanzato.