“Io minacciata dai mafiosi, dico alle donne: non siamo deboli. Reagiamo”

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Marilena, 
Donna, figlia e madre.
“Attualmente vivo sotto un programma di protezione testimoni lontano dal mio luogo natio, lontano dalla mia amata famiglia d’origine, lontano dagli amici (che poi ti rendi conto che tali non sono), lontano dagli odori e sapori di quella terra che amo con tutta me stessa.
Sotto minacce di morte dal 2010 a seguito di estorsioni da parte di clan mafiosi, per l’attività commerciale di mio marito, ho realizzato l’unica cosa giusta da fare: parlare, denunciare e testimoniare.

Ti insultano, ti minacciano, ti tolgono la dignità. Vai avanti morendo giorno dopo giorno. Come i parassiti, lasciano il corpo dell’ospitante, solo dopo la morte. Ti seguono, persino quando vai a prendere i bambini a scuola, solo per farti capire che sei braccata, non hai scampo. Devi subire e solo subire. Neanche la mia casa mi dava un po’ di tranquillità…..erano davanti la porta!!!! Nel momento in cui capiscono che non ti interessa più di vivere in quel modo le minacce le rivolgono verso i tuoi figli.Non riesci più a dormire. Fanno leva sulla paura, sul fatto che sei sola e per di più una donna, debole (secondo loro).
Non siamo sole, ci sono le Istituzioni che ci possono aiutare, basta avere il coraggio e la fiducia di rivolgerci a Loro. Per me è stato così ed è grazie all’ associazione “Libera impresa” di Belpasso egregiamente rappresentata e condotta da Rosario Cunsolo e da un magistrato della DDA di Catania che con grande professionalità e dedizione ha preso in carico il mio caso, che oggi sono <<Rinata>>. Ho lottato, lotto e lotterò contro coloro che pensano di poter sopraffare un altro essere umano, facendo leva sulla paura….perchè sono loro “piccoli e deboli”.

I mafiosi non si aspettavano le mie testimonianze, mi hanno sottovalutato ma mai sottovalutare una donna a cui vengono minacciati di morte i propri figli.
Loro non sanno che dentro una donna c’è un universo. La natura ci ha dato un corpo per sopportare dolori che gli uomini neanche immaginano. Abbiamo giornalmente un carico di responsabilità che solo una donna può sopportare e gestire tra marito, figli, casa e lavoro. Secondo voi un essere così può essere definito <<debole>>? Manca solo la consapevolezza della forza che ognuno di Noi ha dentro di se. Bisogna capire quali siano i nostri punti di forza. Per me sono i miei figli e la speranza.
Speranza per una Sicilia migliore, speranza nel crescere i miei figli con il rispetto del prossimo.

NOI DONNE NON SIAMO DEBOLI. REAGITE, PARLATE E DENUNCIATE.

Colgo l’occasione per ringraziare l’associazione antiracket “Libera Impresa” di Belpasso e in particolar modo il Presidente Rosario Cunsolo che mi ha permesso di dare, con questa lettera, il mio piccolo contributo alla manifestazione “Aci Catena al femminile” i cui contenuti sono a me molto vicini, avrei preferito personalmente presenziare ma per ovvi motivi mi è impossibile.
Marilena

1 Comments

  1. Che dire? Bellissima testimonianza di una donna “vera”.
    Anch’io, come tanti altri, sogno una Sicilia migliore; eppure la soluzione sarebbe così semplice: incarcerate i mafiosi o i malviventi in generale e buttate la chiave!! Capite cosa significa? Volete che vi faccia lo spelling?
    Altrimenti chi ha avuto la forza e il coraggio di denunciare simili soprusi e angherie, di credere ancora nelle Istituzioni, vivrà con la consapevolezza che prima o poi gliela faranno pagare!! La pena per i mafiosi dovrebbe essere unica per tutti (l’ergastolo), senza distinzioni di “livello”, così gli passerà la voglia di associarsi e rinfoltire le fila dei vari clan…
    Care Istituzioni, da che parte state? Volete tutelare i cittadini onesti — come Marilena — o quelli disonesti? La smettete di giocare con la vita degli altri? Quando vi deciderete a mettere in pratica punizioni esemplari? Il fine, in questo caso, giustifica i mezzi… Qualsiasi essi siano.
    In caso contrario, dispiace dirlo, l’unica soluzione sarà quella di cambiare l’ordine delle cose e formare uno Stato degno di tal nome (e non vassallo della malavita).

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