Minchia signor prefetto

95047.it A chi vive e racconta il territorio e la città, quelle parole al termine del Comitato per l’ordine e la sicurezza hanno dato l’impressione di un non so che di analisi sbrigativa. E’ sembrato quasi che la “questione Paternò” fosse un fastidio: liquidata in pochi minuti perché di più – tanto – non si può fare. Sappiamo che non è così. Che lo Stato, invece, è presente e vuole esserlo ancora di più per arrivare fino in fondo a protezione di cittadini e commercianti. Che la strada dei balordi e della criminalità è il vicolo cieco della illegalità. Però quelle parole, un pò di amaro in bocca lo hanno lasciato. Possiamo dirlo? Comprendiamo che si debba rassicurare: però quelle parole…
Alludiamo alla frase contenuta nel comunicato stampa diffuso dalla prefettura: “I reati a Paternò sono diminuiti”. Sarà pur vero. In mano non abbiamo almanacchi di statistiche e pallottolieri e ci fidiamo ciecamente. Ma non sono i freddi numeri che contano questa volta: per una volta, non è la somma che fa il totale come direbbe Totò.
 Il numero di reati sarà pur inferiore rispetto allo scorso anno ma, con tutto il rispetto, bisogna capire di quali reati stiamo parlando. Il numero delle rapine o, meglio, dei furti è una cosa: tutto il resto è un’altra. Così come le denunce che vengono, poi, effettivamente inoltrate. Stiamo parlando di sprangate ai Compro Oro alle 11 del mattino, in pieno giorno, tanto per capirci. O di spaccate che violentano la dignità di un commerciante. E così via discorrendo.



Ed allora, quelle parole tutto fanno tranne che rassicurare e lasciare tranquilli. Semmai, andrebbe proposto un corso d’aggiornamento di educazione civica a chi ancora si volta dall’altra parte: a chi pur sapendo, pur vedendo cosa accade si gira dall’altra parte o sotterra la testa come gli struzzi. Una omertà che va combattuta fino in fondo. Le forze dell’ordine fanno il loro lavoro: negli ultimi giorni hanno potenziato (a loro spese ed a loro sacrificio) il pattugliamento per la città per tutta la notte ed i primi risultati sono già tangibili. Eccola, una importante risposta dello Stato. Però che “i reati sono diminuiti” non si può sentire. L’ultima volta che abbiamo visto un prefetto a Paternò è stato quasi tre anni fa in occasione dell’inaugurazione della voliera alla villa comunale (i cui pappagallini sono stati rubati – per ben due volte – subito dopo). Ecco, ci piacerebbe invece che un’altra visita avvenisse pure in altre circostanze: magari in risposta alla grande voglia di presenza, anche fisica e tangibile, delle istituzioni. Non è Suo compito, lo comprendiamo benissimo. Ma sarebbe un segnale importante tanto quanto una ronda effettuata per le strade del nostro territorio.

2 Comments

  1. Purtroppo è da diversi anni che la prefettura di Catania è retta da funzionari che non si sono dimostrati all’altezza della situazione visti i tanti problemi di ordine pubblico allo stato attuale assolutamente irrisolti come dimostrano in maniera incontrovertibile i fatti di cronaca.

    1. E no caro Ciccio non si tratta di funzionari inefficienti ma di mancanza di certezza della pena.
      Una recentissima Legge penale ha istituito il concetto della tenuità del fatto per cui il reo non è penalmente perseguibile se il reato viene ritenuto penalmente irrilevante.
      Quindi rassegniamoci a vedere il reo passeggiare liberamente dopo pochi giorni dalla consumazione del reato.

I commenti sono chiusi.