MISTERBIANCO: L’OMICIDIO DI JENNY È STATO PREMEDITATO”. LA RICOSTRUZIONE DEL DELITTO

Nell’ambito delle indagini relative all’omicidio della 27enne Giovanna Cantarero, avvenuto lo scorso 10 dicembre nella frazione Lineri del comune di Misterbianco, la Procura Distrettuale della Repubblica, concordando con i gravi elementi indiziari forniti dai Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando Provinciale di Catania, aveva emesso il 13 dicembre scorso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti del presunto omicida, il 31enne catanese Sebastiano Spampinato (nella foto), incensurato, rinvenuto cadavere nella mattinata odierna, a seguito di verosimile suicidio, all’interno di un giardino di una villetta disabitata del Villaggio “Campo di Mare”.

In particolare, verso le 21:45 circa di venerdì scorso, secondo la ricostruzione dei Carabinieri, la giovane vittima, madre di una bimba di 4 anni avuta da un ex compagno con cui aveva mantenuto discreti rapporti complessivi, dopo essere uscita unitamente ad una collega dal panificio sito in via S. Allende di Misterbianco presso cui entrambe lavoravano, era stata uccisa con tre colpi di pistola (due al volto e uno al fianco sinistro) esplosi da un uomo giunto a bordo di uno scooter con il volto travisato da un casco.

L’omicidio della donna ha evidenziato sin da subito le caratteristiche di una premeditata esecuzione da parte dell’assassino il quale, una volta individuata la vittima, era sceso dal mezzo e l’aveva raggiunta a piedi chiamandola per nome prima di sparare. Nella circostanza, i rilievi della Sezione Investigazioni Scientifiche dei Carabinieri hanno consentito di repertare sulla scena del crimine anche quattro proiettili inesplosi, a testimonianza di una non meglio indicata complicazione avvenuta durante l’azione di fuoco riconducibile verosimilmente allo stato di agitazione dell’aggressore.

L’indagine ha avuto una prima e fondamentale svolta allorquando i Carabinieri hanno accertato l’esistenza di un’utenza, in uso alla vittima fino a poco tempo prima, ma sospetta in quanto intestata proprio a Spampinato Sebastiano, risultato essere altresì coniugato (con due figli minori) e senza apparenti legami con la vittima all’infuori di un controllo avvenuto con l’ex compagno della stessa.

Gli immediati approfondimenti hanno altresì consentito di appurare l’esistenza di una relazione burrascosa andata avanti, sembrerebbe per almeno tre anni, tra Cantarero Giovanna e Spampinato Sebastiano, verosimilmente interrottasi bruscamente alcune settimane fa e ampiamente nota anche ai familiari della vittima, i quali, tuttavia, non hanno inteso fornire alcuna collaborazione, negando qualunque tipo di relazione della vittima con altri soggetti.

Ulteriori riscontri si sono avuti con l’accertamento dell’abituale utilizzo da parte dello Spampinato di uno scooter Honda SH 150 di colore scuro (intestato alla zia materna) e di un casco (modello Momo design) simili a quelli descritti sul luogo dell’omicidio. Inoltre, tramite il sistema ricerche targhe SNCCT veniva rilevato il transito proprio del medesimo mezzo con a bordo un individuo, nonostante le pessime condizioni meteo e la pioggia battente, in via Fontanarossa (direzione San Giuseppe La Rena), in orario compatibile sia con la fuga del presunto assassino, sia con la residenza della zia dello Spampinato presso cui lo stesso aveva trovato appoggio verosimilmente da quando era terminata la relazione con la Cantarero (l’abitazione era ubicata all’interno del villaggio Campo di Mare). L’immediata verifica effettuata dai Carabinieri nelle ore successive all’evento omicidiario consentiva appurare che il soggetto si era reso volontariamente irreperibile abbandonando l’abitazione in gran fretta.

L’attivazione delle ricerche del fuggiasco hanno successivamente consentito di rinvenire e sequestrare, nei pressi dell’abitazione della madre, il menzionato scooter utilizzato per l’omicidio (oggetto di approfonditi rilievi tecnici al fine di riscontrare la presenza di eventuali tracce ematiche) nonché ancora, lungo lo stradale Cravone, il suo cellulare abbandonato tra l’erba selvatica a margine della carreggiata.

La pressione così esercitata dall’Arma, anche attraverso numerose perquisizioni domiciliari e una presenza massiccia nelle aree ritenute battute dal fuggitivo, hanno indotto lo Spampinato a ricercare un ulteriore rifugio, questa volta in un sottotetto di un’abitazione al momento disabitata ubicata sempre nel Villaggio “Campo di Mare” di Catania, dove lo stesso, verosimilmente nelle prime ore del 14 dicembre, si sarebbe tolto la vita con un colpo di pistola esploso alla tempia destra. Al riguardo, il sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche ha consentito di rinvenire e sequestrare un bossolo e l’ogiva esplosi dal suicida, nonché una pistola Beretta mod. 92, con matricola punzonata, unitamente a due caricatori contenenti complessivamente 20 proiettili calibro 9 x 21.

L’arma sarà inviata al RIS Carabinieri di Messina per gli accertamenti balistici tesi a verificare l’utilizzo della stessa anche nell’omicidio della Cantarero, nell’attesa dell’esame autoptico della salma.