MODENA. NEL 2009 UCCISE LA MOGLIE 30ENNE CON UNA PIETRA BUTTANDOLA NEL FIUME, ORA È IN SEMILIBERTÀ

Nel 2009 uccise a Sassuolo, nel Modenese, la moglie Giulia Galiotto, colpendola alla testa con una pietra e gettò il corpo della donna nel fiume Secchia, inscenando un suicidio per nascondere il delitto. Condannato in via definitiva a 19 anni e quattro mesi nel 2013, Marco Manzini, perito elettrotecnico oggi 48enne, da febbraio è in semilibertà, in prova ai servizi sociali. Il fine pena, fissato nel 2028, è stato anticipato al 2025. A dare la notizia è il Resto del Carlino di Modena.

I genitori di Giulia Galiotto, morta a trent’anni, hanno saputo della concessione a Manzini della semilibertà da una lettera degli avvocati dell’uomo in cui si annuncia che nei limiti delle sue disponibilità economiche l’uomo verserà loro 600 euro l’anno in ottica “di manifestazione della volontà di avvicinamento del Manzini ad un’ipotesi di mediazione penale”.

“Quella notte – ricorda la madre di Giulia Galiotto, Giovanna Ferrari – dopo aver ammazzato mia figlia, ci ha chiamato prendendoci in giro. Oggi chi ci garantisce che questo individuo non ci venga a cercare? Abbiamo scoperto che lavora a tempo indeterminato in un’azienda: quindi la giustizia continua a prendere in giro chi ha subito. A noi non interessano i soldi: ciò che uccide nuovamente Giulia è quella che qualcuno osa chiamare giustizia”.