«NEONATO PATERNESE MORTO AL CANNIZZARO: SIA FATTA CHIAREZZA»

Hanno presentato denuncia ai carabinieri per vederci chiaro, ovvero per comprendere se al loro bambino, fra l’altro il primo figlio, con un po’ più di “accortezza” poteva essere salvata la vita. Il fatto, accaduto qualche giorno fa, sarà così, adesso, oggetto di indagine preliminare.

La mamma, una ventenne di Paternò, nel febbraio di quest’anno scopre la sua prima gravidanza. Tutto procede bene (almeno si pensa) fino a circa metà ottobre, quando la ragazza si reca all’ospedale Cannizzaro, dove era seguita, per essere sottoposta ad ecografia: l’esame evidenzia la mancanza di liquido amniotico nella sacca neonatale, con possibile sofferenza del feto e problemi al cuore.

Viene così previsto un parto cesareo per le 18 del pomeriggio, che fra l’altro viene anticipato di qualche ora a seguito di reclami da parte della famiglia. Subito dopo il cesareo, la mamma viene riportata in reparto, senza il neonato: alla donna, così riferisce, viene detto che il piccolo ha dei problemi ad un piede.

Nel frattempo, a tarda serata, il piccolo viene portato all’ospedale di Taormina, per un problema al cuore, ma giunto a Taormina, il neonato viene trasferito al Policlinico di Messina, dove viene sottoposto ad un intervento per una emorragia cerebrale, forse dovuta ad una somministrazione di farmaci. Dopo il delicato intervento, a circa 24 ore dalla nascita, il piccolo cessa di vivere. «Mi associo al dolore della famiglia e attendiamo con fiducia le indagini della magistratura – dichiara l’avvocato Roberta Castorina, legale della famiglia – per accertare eventuali responsabilità. La mia assistita si era regolarmente sottoposta a tutti gli esami previsti senza mai manifestare problemi».

LUIGI SAITTA

La Sicilia del 27/10/2019

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