È stato arrestato oggi, ed è già in carcere a Novara con accuse gravissime: omicidio aggravato nei confronti dell’anziana madre, distruzione di cadavere, truffa aggravata, autoriciclaggio e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Eppure lui, Stefano Emilio Garini, 62 anni, questa mattina con i Carabinieri di Novara che lo hanno prelevato nella sua abitazione di Milano, scherzava parlando di calcio.
È l’epilogo di una vicenda intricata e dai contorni paradossali, quasi la trama di un film. Tutto e’ cominciato nell’ottobre del 2022 quando nella frazione di San Martino di Trecate, nel novarese, nell’area del Parco del Ticino, sono state rinvenute alcune ossa umane.
I tecnici del Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’università degli Studi di Milano, analizzando i reperti, hanno trovato una protesi perfettamente conservata tra le vertebre L3 ed L4 della colonna vertebrale, su cui risultavano ben evidenti sia il marchio di fabbrica che il numero di matricola. In breve tempo quindi gli investigatori sono risaliti alla ditta produttrice della protesi individuando l’ospedale a cui era stata venduta.
Si trattava dell’ospedale Galeazzi dai cui archivi i Carabinieri sono risaliti ad un elenco di 7 persone alle quali erano state impiantate protesi con lo stesso numero di matricola. Sei di loro sono stati facilmente rintracciati. Mentre in un caso qualcosa non tornava. La persona in questione era Liliana Agnani, una donna del 1933, della quale non si trovavano tracce. Grazie alla collaborazione del medico curante della donna, è stato contattato il figlio, appunto, Stefano Emilio Garini.
Al telefono l’uomo dichiarava al medico che la mamma godeva di ottima salute e si trovava in Veneto presso un fratello. Fratello che, pero’, risultava essere deceduta diversi anni prima. Da quel momento il focus delle indagini si è concentrato sul figlio della deceduta. Ne è emersa una storia incredibile. Presso l’abitazione dell’anziana a Milano abitava una figlia dell’indagato. Sentita dagli investigatori, la donna ha dichiarato che la nonna era deceduta ma non era in grado di spiegare le modalità del decesso e del funerale.
“Il papà – ha spiegato ai Carabinieri – ci ha detto che è morta in ospedale ed è stata cremata”. Questo faceva crescere i sospetti sul Garini, che, tra l’altro è legato sentimentalmente ad una ragazza brasiliana molto più giovane di lui, residente a Torino. Una relazione che, come risulta dalle intercettazioni telefoniche agli atti, si sarebbe incrinata proprio a causa del troppo tempo che Garini doveva dedicare all’accudimento della madre.
Proprio per liberarsi del peso dell’anziana, l’uomo avrebbe deciso di ucciderla. Le indagini hanno accertato che nella serata del 18 maggio del 2022 Garini si è recato con la madre nella zona dove sarebbero state poi ritrovate le ossa, e secondo l’accusa, qui l’avrebbe uccisa abbandonando il corpo sulla riva di una lanca del Ticino. Secondo quanto hanno spiegato in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Novara, Giuseppe Ferrando e i carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno svolto le indagini coordinate dal Pm Paolo Verri, il delitto sarebbe stato premeditato: Garini nei giorni precedenti avrebbe effettuato anche un sopralluogo nella zona.
Inoltre, per confondere ulteriormente le acque, aveva fatto celebrare una messa a suffragio della madre in una chiesa del quartiere popolare della Barona di Milano, ovviamente senza il feretro, ma con una fotografia posta sull’altare. A Garini viene contestata anche la truffa aggravata, poiché avrebbe continuato a percepire indebitamente sia la pensione della madre regolarmente erogata dall’Inps per circa 23.000 euro, sia l’elargizione del sostegno economico erogato dal Comune di Milano per circa 5.000 euro. L’uomo si trova in Carcere a Novara, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il Gip Niccolo’ Bencini dovrebbe sentirlo per l’interrogatorio di garanzia nella giornata di lunedì.
AGI