OMICIDIO CHEF PATERNESE A MONTECARLO – AGGIORNAMENTI

ECCO L ARTICOLO RIPORTATO OGGI DAL QUOTIDIANO LA STAMPA :

«I primi elementi di indagine lasciano supporre che il delitto di Monaco possa essere stato compiuto con premeditazione o, comunque – rivela al Nice Matin Hervè Poinot, sostituto procuratore del Parquet Général del Principato – in seguito ad un tranello». Un sospetto che la famiglia del cuoco paternese assassinato, Alfio Fallica, rilancia già da venerdì sera dopo aver saputo che l’uomo era stato ucciso con oltre venti coltellate. Il giovane omicida, Rikard Nika, collega della vittima, durante la convalida del fermo avvenuta lunedì nel carcere di Imperia nel quale è detenuto ha sostenuto di non ricordare quei tragici momenti: al suo stesso avvocato, Massimo Corradi, ha rivelato di «non essere a conoscenza che Fallica si sarebbe potuto trovare in cucina proprio nel momento nel quale lui stava entrando». E di non sapere perché ha colpito con tanta violenza il collega «con il quale aveva un ottimo rapporto». Eppure fra loro uno screzio era già avvenuto. Lo ha raccontato un testimone sostenendo che la lite, verbale, si era verificata proprio nel ristorante «Pulcinella», il luogo che sarebbe poi divenuto teatro dell’omicidio. La posizione finora assunta da Nika non convince: «Troppi dettagli ancora da chiarire», sottolineano gli investigatori in attesa delle risultanze dei rilievi monegaschi, dell’autopsia e delle analisi sul coltello consegnato dall’omicida ai carabinieri.

La difesa sta seguendo la classica linea della perizia medica per accertare «l’instabilità mentale».«E’ malato», ribadisce l’avvocato Corradi. La famiglia di Fallica rilancia snocciolando un elenco di legali ai quali affidare la tutela della vedova, Ilaria Di Mauro, che Fallica aveva sposato il 13 giugno del 2016 e con la quale avrebbe dovuto trasferirsi fra dieci giorni in un nuovo alloggio, appena acquistato. Carabinieri e Police judiciaire continuano intanto, gli accertamenti in attesa della conferma che il processo si svolga poi in Italia come prevede la legge per il «delitto comune di cittadino all’estero». Nessuna estradizione, dunque? «La questione deve essere ancora affrontata ed è ben lontana dal dirsi conclusa – replica a Nice Matin Hervè Poinot – Anche se Monaco avanzasse istanza di estradizione nulla stabilisce che l’Italia poi debba accoglierla».

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