PATERNO’: I CARABINIERI CONTRO IL CAPORALATO, CONTROLLI IN DIVERSE PROVINCE

I Carabinieri del N.I.L. di Catania, supportata dai militari della locale Compagnia, si sono appostati nelle principali piazze di Paternò, dove si sospettava la presenza di caporali addetti al reclutamento di manodopera in nero e proprio pedinandone uno di questi, incaricato “ufficialmente” da una azienda agrumicola del posto dedita alla raccolta ed alla commercializzazione di agrumi nel comprensorio al prelievo e trasporto sui campi della manovalanza regolarmente assunta, si sono ritrovati nell’agrumeto di fronte a ben 10 lavoratori su 15 operanti (tutti romeni), reclutati completamente in nero.

Al titolare della ditta sono state elevate sanzioni amministrative per circa 30.000 euro relativi alla maxi sanzione per lavoro in nero nonché recuperi contributivi per l’ammontare di circa 10.000 euro.

I controlli sono proseguite in alcune aziende zootecniche (allevamento di bovini, ovini con trasformazione e produzione di prodotti caseari) ubicate a confine tra il calatino e la provincia di Siracusa.
Sfruttandone lo stato di bisogno, alcuni di loro con famiglie numerose alla spalle a cui inviare soldi in terra natia, altri facilmente illudibili perché orfani, li impiegavano totalmente in nero, senza copertura sanitaria e previdenziale, per oltre 15 ore al giorno (inizio alle 04:00 del mattino), 7 giorni su 7, sottopagandoli – circa 1 euro all’ora – e ospitandoli tutti in una stanza di pochi metri quadri, un vero e proprio tugurio, con le mura ricoperte da muffa ed un unico bagno ridotto in pessime condizioni igienico sanitarie, il tutto posizionato proprio vicino ad una delle stalle dov’erano ricoverati alcuni degli animali.
È quanto scoperto dai Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Catania e dai Carabinieri della Compagnia di Caltagirone che al termine delle operazioni hanno proceduto all’arresto in flagranza dei due fratelli di 50 e 45 anni ed alla denuncia del padre 81enne, poiché in qualità di titolari dell’azienda zootecnica dov’erano impiegati i cinque romeni hanno violato le seguenti norme di legge: Art. 603 bis c.p. (intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro); art. 36 d.lgs. 81/2008 (omessa informazione ai lavoratori); art. 37 d.lgs. 81/2008 (omessa formazione dei lavoratori); art. 18, comma 1, lettera a), d.lgs. 81/2008 (omessa nomina del medico competente);
art. 18, comma 1, lettera g), d.lgs. 81/2008 (sorveglianza sanitaria); art. 17, comma 1, lettera b), d.lgs. 81/2008 (omessa nomina RSPP); art. 29 d.lgs. 81/2008 (omessa redazione D.V.R.); art. 3, comma 3, l. 73/2002 (maxi sanzione per lavoro nero); artt. 4 e 7 d.lgs. 66/2003 (orario di lavoro e riposo settimanale). Nel medesimo contesto operativo i carabinieri hanno altresì sanzionato l’azienda per un totale di 150.000 euro circa tra ammende e violazioni amministrative. Gli arrestati, in attesa della direttissima, sono stati relegati agli arresti domiciliari.