PATERNO’: OPERAZIONE DEI CC “ASSALTO” – 9 ARRESTI E NUMEROSE PERQUISIZIONI – FOTO NOMI E VIDEO

Alle prime ore del mattino, su delega della Procura Distrettuale di Catania, circa cento Carabinieri della Compagnia Carabinieri di Paternò, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 9 persone chiamate a rispondere dei delitti di associazione di tipo mafioso, in quanto ritenute appartenenti al Gruppo “Assinnata”, quale articolazione territoriale della famiglia mafiosa “Santapaola” di Catania, facente capo a Salvatore Assinnata, nonché di associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e di estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Gli arrestati sono:
1. Assinnata Domenico, di anni 28, attualmente ristretto presso casa circondariale di Siracusa;
2. Laudani erminio, di anni 49;
3. Laudani Gaetano, di anni 21;
4. Impellizzeri Marco, di anni 25;
5. Cannavò Samuele, di anni 21, attualmente ristretto presso casa circondariale di Siracusa;
6. Sciacca Marco Giuseppe, di anni 24;
7. Terranova Cristian, di anni 26;
8. Scuderi Ivan Gianfranco, di anni 24;
9. Sammartino Rosario, di anni 39.

L’operazione odierna, relativa ad indagini svolte dal Maggio 2015 al Luglio 2017 e convenzionalmente denominata “Assalto”, ha consentito di:
– Definire la posizione di predominio della famiglia “Assinnata” nell’ambito della criminalità organizzata locale, evidenziata dal segno di riverenza attribuito nel corso dei festeggiamenti patronali del 02 Dicembre 2015, mediante il classico dondolamento e “Inchino” dei portatori dei cerei dinanzi all’abitazione dello storico boss Salvatore Assinnata, padre di Domenico.
– Evidenziare il ruolo del giovane Domenico Assinnata, che in assenza del padre Salvatore, era il reggente del clan, curando i rapporti con altri esponenti di notevole caratura delinqueziale.
– Ricostruire il volume d’affari illegali del clan nel settore delle estorsioni ai danni di imprenditori dell’area di riferimento, in particolare nei confronti di una ditta di autonoleggio vittima di due distinti atti intimidatori. Nella prima occasione veniva data alle fiamme l’autovettura di proprietà del titolare, nella seconda invece veniva frantumata la vetrina e la porta di ingresso della ditta, nonostante fossero antisfondamento.
– Acquisire elementi probatori in ordine alla metodica organizzazione delle “piazze di spaccio”, ai canali e alle procedure di approvvigionamento e cessione degli stupefacenti (eroina, marijuana e hashish). Nel corso delle indagini sono stati arrestati infatti 12 spacciatori in flagranza di reato.
L’indagine, svolta a due anni dall’operazione “The End”, eseguita dalla Compagnia Carabinieri di Paternò il 24 Febbraio 2016, che portava alla cattura di 14 affiliati allo stesso clan Assinnata, evidenzia ancora una volta la vicinanza della Procura di Catania Direzione Distrettuale Antimafia e dell’Arma dei Carabinieri alla cittadinanza di Paternò e sottolinea altresì la serrata attività investigativa finalizzata a infrangere il muro d’omertà ancora presente nella provincia catanese.

IL VIDEO DEL BLITZ 

DICHIRAZIONI:

Sindaco Nino Naso: 

Complimenti ai nostri Carabinieri con in testa il Capitano Accardo per la brillante operazione condotta questa notte a Paternò.
Queste sono le risposte che i cittadini si attendono.
Un grande grazie da parte dell’Amministrazione e della Comunità Paternese tutta.

Il Vice Sindaco Mannino: 

Oggi la nostra Città respira aria di legalità e di contrasto forte ad ogni forma di associazione Mafiosa e delinquenziale.
Esprimo, per conto dell’Amministrazione tutta e della Paternò onesta – che rappresenta per fortuna la maggioranza della nostra Città – il mio apprezzamento per l’eccellente lavoro svolto dalla Direzione Distrettuale Antimafia, sviluppato in maniera encomiabile dalla Compagnia di Paterno’ rappresentata nella
massima carica dal Capitano Accardo al quale vanno la stima e fiducia di tutta la collettività.
La procura della repubblica nella figura del Dott.Zuccaro, continua a dimostrare un vero e proprio “pugno di ferro” nella lotta alla mafia e ad ogni tipo di associazione delinquenziale.
Questo risultato fa emergere come la nostra Città è purtroppo vittima di delitti di tipo mafioso quali estorsioni, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti ed attività delinquenziali che condizionano in modo illecito l’economia locale.
Quanto raggiunto oggi dalle forze dell’ordine e dalla magistratura inquirente rafforza ed alimenta la nostra speranza e la linea della legalità e del rispetto delle regole, e ci dà la certezza della presenza dello Stato capace di tutelare i cittadini onesti e lavoratori.
Con quest’operazione si ripristina inoltre la legalità e la religiosità della festività della nostra Santa Patrona Barbara che qualcuno tento’ di deturpare con l’atto deplorevole “dell’inchino”nel dicembre del 2015.
Si rende giustizia inoltre rispetto ad un gesto che merita la condanna di tutti
Da uomo delle istituzioni che ha da poco subito un vile atto di meschina e feroce violenza, lontano dal comune sentire del vivere civile , dico che la sfida generazionale è quella di ripristinare il valore della legalità ed il profondo rispetto delle regole che ho sempre diffuso e tentato a volte anche invano di condividere con le persone che mi seguono nella vita politica e personale.

Il Consigliere Distefano:

“Ritengo quanto mai doveroso, nella mia veste istituzionale di consigliere comunale ma soprattutto di cittadino, rivolgere un plauso alla Procura della Repubblica di Catania e ai Carabinieri della Compagnia di Paternò per l’Operazione condotta la notte scorsa.

Si tratta di affermare ancor di più un principio di giustizia senza il quale l’ordine pubblico, la sicurezza e l’economia stessa della nostra città rischiano di deragliare per sempre. Lo dobbiamo ai nostri figli prima ancora che a noi stessi.

Faccio mie le parole ineccepibili del Capitano Angelo Accardo, in conferenza stampa: “Oggi festeggia lo Stato”.