Pietro Vittorio Vitellino…un grande collezionista di locandine cinematografiche dal ‘900 a oggi

95047.it Quanto è bello e coinvolgente conoscere la storia del cinema attraverso le locandine di questa mostra, dove è esposto un po’ dell’immenso materiale, raccolto negli anni, con infinita passione e altrettanta rigorosa scrupolosità, da Pietro Vittorio Vitellino, il poeta-narratore, grande collezionista di locandine cinematografiche dall’inizio del ‘900 ai giorni d’oggi; un innamorato della storia cinematografica e delle tradizioni della propria terra; un vero amico che conosco sin dagli anni in cui portavamo ancora i pantaloni corti!
Un plauso esprimo, innanzitutto, a nome mio personale e di SiciliAntica, di cui sono consigliere regionale, alla Dott.ssa Salvina Sambataro, presidente della Pro-Loco di Paternò, che ha organizzato l’evento, sintesi di un forte impegno culturale e sociale, ottimamente fruito dalla nostra comunità, dal turismo scolastico e dai visitatori della collina Normanna di Paternò, la città delle regine, dell’arancia rossa, della pietra lavica ceramizzata, città medaglia d’oro al valore civile per le vittime dei bombardamenti aerei anglo-americani nella triste estate del 1943.
Ed ancora un plauso vada alla presidenza per essere riuscita stasera ad avere con noi la presenza prestigiosa e qualificante del Dott. Salvo Fallica, fucina di eventi e grandi dibattiti socio-politici-culturali a livello locale, regionale e nazionale; brillante giornalista professionista, scrittore, autore tra l’altro, nel 2015, del libro “Vi racconto Paternò- Riflessioni su politica, economia e cultura. Una metafora del Sud ”-Ludovico Lizzio- Editore.
Un libro che ha registrato, in poco tempo, un “boom” di vendite, consensi e recensioni di antropologi, economisti, direttori di testate giornalistiche e televisive, di docenti universitari. Autore, inoltre, di saggi letterari su Camilleri e Cacopardo nella rivista “Studi cattolici” e, ancora, di un saggio sulla “Nuova questione meridionale” nella rivista Nuovo mezzogiorno. Tra le sue molteplici attività culturali e giornalistiche, a livello regionale e nazionale l’amico Salvo Fallica ha coordinato le manifestazioni “Etna in giallo” e “L’isola che decolla”; un cittadino del mondo, una penna fine e prestigiosa a livello nazionale, di cui ancora non si è spento l’eco di un suo meraviglioso “Speciale Arte” riportato su “Sette” allegato al “Corriere della sera” del 18 marzo 2016, riguardante la storia di un nostro concittadino, l’artista “Barbaro Messina” che dipinge sui frutti dell’Etna, trasformato dalla pietra lavica in un bene culturale vivente, inserito nel 2005 nel Patrimonio dell’ Eredità dei beni immateriali della Regione Sicilia.

VitellinoE che dire invece del nostro interlocutore Pietro Vittorio Vitellino il quale stasera converserà con noi sorseggiando “un nettare speciale” che verserà nella “coppa della nostra memoria” per brindare all’evento culturale della storia del cinema che coinvolge anche la nostra città?!!
Pietro Vittorio Vitellino è uno dei pochi collezionisti di locandine o cartelloni cinematografici, che è riuscito a creare, nel tempo, un vero museo della storia del cinema; un paternese Doc, abitante ad Adrano post nuptias; molto preparato nella storia del cinema, pieno di valori umani, grande narratore delle “cose belle” che il cinema ci racconta da oltre un secolo; severo giustiziere di coloro che del cinema fanno solo speculazione; valido operatore culturale, in Italia ed all’estero, che è riuscito, attraverso la mostra delle locandine, a proporci una pausa di riflessione per vedere, attraverso il filtro dei ricordi e delle immagini percepite, come eravamo oltre mezzo secolo addietro e non solo.
Colui con il quale noi converseremo stasera, ci ha stimolato, all’interno del Palazzo delle Arti, sin dagli inizi dello scorso mese di marzo, grazie ad una mostra che parla da sé, ad avvertire dentro di noi “il dolce sapore dei ricordi”, pur nella diversità tra cinema della prima metà del secolo scorso con quello della seconda metà, attraverso l’analisi delle posizioni assunte dai registi, dagli attori, dai produttori cinematografici e da tutti coloro che vivono nel mondo della celluloide.

Mi ha sempre esternato la sua amarezza per non aver mai trovato locali idonei a contenere gran parte della sua collezione, manifesti cinematografici, cartoline, locandine, depliant, con tutto il materiale in suo possesso, con il quale riesce a narrare la storia del nostro cinema, facendoci rivivere episodi di vita vissuta o romanzata, grazie alla bravura di artisti italiani e stranieri, che hanno lasciato una grande impronta d’arte sia nel cinema muto sia in quello sonoro, compreso quello a colori o in cinemascope degli ultimi anni.
In fondo la storia del cinema non è altro che la storia dei popoli, della gente, in pace o in guerra, nella fame o nel benessere, nella fede o nella miscredenza, nel buono o cattivo governo.
Di tutto questo stasera parleremo con … Pietro Vittorio Vitellino che, di certo, riuscirà a farci sognare, trasformando il “Palazzo delle Arti”, per una “manciata di minuti” in un “Nuovo cinema paradiso”!
Infine la professionalità e la competenza del giornalista Salvo Fallica faranno sì che l’evento, proposto dalla Dott.ssa Salvina Sambataro, diventi “sorgente di grande vitalità culturale”, sulla scia di un nuovo modo di fare cultura guardando al nostro patrimonio culturale con gli occhi dei cittadini, dei turisti, dei nostri giovani e non solo con quelli dei funzionari comunali o della Sovrintendenza ai BB.CC. di Catania.
L’uomo col quale stasera converseremo non è nuovo a simili iniziative culturali.
Ha esposto più volte in Italia ed all’estero la sua collezione, migliaia e migliaia di locandine, ben custodite a piano terra di casa sua ad Adrano, un “vero museo”!


avv.-Virgillito-005-1020x765  È orgoglioso della sua collezione e di ciò ho dato sempre atto; ho più volte ammirato ogni “piccola o grande locandina” della sua raccolta, locandina che riesce a raccontare solo col titolo del film, magari western (i miei film preferiti sin da ragazzo) un mondo non solo da vedere ma anche da sognare.

Si evince anche da una foto d’epoca in cui il nostro poeta-narratore posa davanti ad una sua storica locandina, dove c’è la foto di Ingrid Bergman, la protagonista del film “Giovanna d’Arco”, un vero cimelio storico!
Nasce spontaneo il dubbio se il nostro amico Vitellino diverrà anche un cimelio storico della nostra città per il traguardo raggiunto con la sua appassionata, meravigliosa e coinvolgente collezione cinematografica.
Molti manifesti rappresentano la storia di parecchi film girati in Sicilia ed alcuni, con nostro orgoglio, addirittura a Paternò.
Erano gli anni in cui nella nostra città abbondavano le sale cinematografiche e i frequentatori erano numerosi….fino a quando sopraggiunsero la concorrenza della televisione e la crisi galoppante della società postindustriale.
Nel volgere di alcuni decenni chiusero i battenti per sempre tutte le sale cinematografiche paternesi, dal vecchio cinema Gangi ai cinema: Santa Barbara, Excelsior-Librizzi-Musumarra; Palumbo (con saletta e terrazza “Millestelle”) ed ancora il cinema Metropol, sorto nel 1958; oppure in estate : l’Arena del Sole, Arena Santa Barbara, Arena Balilla, Arena Brasile.
Oggi tutto è cambiato così come un tempo è avvenuto col vecchio Teatro comunale, abbattuto per vetustà nel 1957, per dare…posto al moderno palazzo delle Poste e delle Telecomunicazioni, lasciando in ciascuno di noi il doloroso rimpianto quando leggiamo la scritta “Via Teatro” sulla lastra di ceramica posta in loco nell’omonima via!
Quando è stata inaugurata la mostra, ho provato un intenso profumo di nostalgia che difficilmente riesco a descrivere! Gioivo come un ragazzino sui cavallucci delle giostre, dove i nostri nonni erano soliti accompagnarci, in occasione della Festa della Patrona, Santa Barbara, o di altre manifestazioni festaiole cittadine.
Mi è sembrato di salire i cento e più gradini della scalinata monumentale che porta sul sagrato della Chiesa Madre, sulla collina normanna, la collina della nostalgia, con i gradini del tempo che scorre inesorabilmente… sfiorando i momenti dell’oblio, del dimenticatoio.

In quei momenti c’era tanto folklore… un pezzo di storia della nostra Paternò, uno “spaccato di vita” del dopo-guerra, con il cinema- luogo simbolo, in cui lo spettatore evade dalla quotidianità e, tra una recita e una canzone d’amore che si sprigiona dal film sonoro, riesce ad avvertire un po’ di gioia sia pure…passeggera!
Lungo il filo rosso della memoria sono ritornato agli anni giovanili; erano gli anni di “Poveri ma belli”, di cui il cinema riuscì a mettere in risalto condizioni di vita di una certa generazione, afflitta e ferita della povertà, dalla guerra, ma desiderosa nello stesso tempo di affrontare la vita col dono dell’amore, della bellezza, della speranza e perché no… col sorriso, unico sollievo che a volte ti fa dimenticare e sperare in una società migliore!
Durante la visita alla mostra mi sono ritrovato condotto per mano da Pietro Vitellino che mi additava, sulla strada dei ricordi, attraverso le locandine, eventi e luoghi di Paternò dove sono state girate alcune sequenze, scene di film, divenuti famosi nel mondo, proiettati negli anni anche in televisione.
Faccio cenno ad alcuni film sperando di non cadere in errore ma l’amico Pietro saprà di certo suggerirmi meglio: Cabiria, I fidanzati, la Bibbia, il Sasso in bocca, Cavalleria Rusticana, Barabba, Paolo il caldo, Vipera, la Matassa (omettendo la fiction televisiva La Piovra con alcune scene girate all’interno del castello Normanno).
Nella mostra del cinema ho notato la locandina di un vecchio film a me caro “Le due orfanelle”, proiettato al cinema Santa Barbara di via Monastero nel dopoguerra, intorno al 1946. Ero ancora un bambino.
C’era tanta gente. La sala era piena ed io ricordo che stringevo la mano di nonno mentre il pubblico “impietosito” imprecava contro il tiranno-fratellastro delle due orfanelle. Qualcuno addirittura si alzava in piedi per gridare contro colui che costringeva le due povere orfanelle a chiedere l’elemosina da consegnare alla fine tutta a lui!
Molta gente piangeva, imprecava contro quell’uomo; tutti erano a favore della protagonista femminile Maria Denis, una bella stella del cinema morta all’età di 87 anni nel 2004. Era la grande attrice dei “telefoni bianchi”,che ha fatto innamorare gli italiani per le sue interpretazioni!

Quanti nostalgici ricordi sui film dei nostri anni giovanili! A quei tempi noi ragazzi non andavamo al cinema da soli.
Io come detto, e così la maggior parte dei miei coetanei, ero attratto e affascinato dai film western ma anche di cappa e spada; in genere amavo seguire i film d’avventura.
Durante il periodo in cui frequentavo il Liceo-ginnasio “Mario Rapisardi” di Paternò al cinema, andavamo a gruppi; era una festa! Andavamo di solito nel pomeriggio antecedente il giorno in cui in classe dovevamo svolgere il compito di Italiano, oppure di lingua straniera; con un biglietto potevamo assistere alla proiezione di due film!
Anche allora c’era il metodo commerciale “prendi due e paga uno”!
Al cine Palumbo erano addetti alla biglietteria due giovani studenti universitari: Chisari e Guarnaccia.
Al cinema Santa Barbara ricordo c’era il signor Viscusi ed al cinema Excelsior- Librizzi-Musumarra c’era quel galantuomo del signor Angelo Zacco mentre Turiddu Fallica, oggi elettricista in pensione, allora era giovane aiutante nella cabina di proiezione.
Spesso all’ingresso delle sale cinematografiche incontravo il giovane amico Pietro Vitellino, intento a dialogare con i responsabili della distribuzione delle pellicole per chiedere loro qualche locandina dei film in programmazione.
Fu così che con una locandina oggi, un’altra la sera del giorno dopo, che negli anni Pietro Vittorio Vitellino è riuscito a creare una raccolta di oltre 90 mila locandine, realizzando in tal modo gran parte della storia del cinema dal ‘900 ai giorni d’oggi! Avevano ragione i Latini: “Concordia parva crescunt…!
Negli anni anche Pietro Vittorio Vitellino è divenuto oltre che collezionista anche un “vero narratore”, un moderno cantastorie del mondo della celluloide, facendo vibrare nostalgicamente le corde del cuore provocando la scossa alla mente come una corrente elettrica.

Anche questo è un modo per lui di fare cultura nella propria terra. Concludo augurandomi di non essere andato fuori tema e che nessuno, uscendo stasera dal Palazzo delle Arti, esclami per le scale “Mah! Cchi camurria stà mostra! Ed ancora di più… “cchi camurria stu’ Pippo Virgillito!!