REDDITO DI CITTADINANZA, PRESENTATA CARTA E PORTALE. IL SITO È GIÀ ONLINE

A partire dalle ore 15 del 4 febbraio 2019 è entrato in funzione il portale del reddito di cittadinanza. È lo stesso sito su cui è possibile fare domanda a partire dal 6 marzo 2019. Il sito è raggiungibile al dominio www.redditodicittadinanza.gov.it.

Sul sito è possibile conoscere nel dettaglio quali sono i requisiti per avere il reddito, quali documenti sono necessari per presentare la domanda, le modalità per richiedere l’Isee e lo Spid, l’identità digitale.

Il premier Conte e il vice Di Maio hanno presentato il sito e il progetto in un evento ufficiale a Roma.

Reddito di cittadinanza: come e dove si richiede?
Tre sono le modalità per fare domanda per il reddito: online, ai Caf e agli uffici postali.

Poste italiane stamperà le card su cui verranno caricati i soldi del reddito di cittadinanza. Si tratterà di card molto simili alle Poste Pay.

Reddito di cittadinanza: come si compone?
Il reddito di cittadinanza è composto da due somme: fino a 500 euro di integrazione al reddito e una restante parte per pagare l’alloggio (0 euro se si vive in casa di proprietà, 150 come contributo al mutuo e 280 come contributo all’affitto).

L’affitto e il muto si devono saldare tramite bonifico alle Poste. I 500 euro restanti vanno spesi tassativamente entro il mese in corso, altrimenti dal mese successivo il reddito viene tagliato del 20 per cento. Dopo 6 mesi la card si svuota completamente.

Reddito di cittadinanza: come funziona la card
Ciascuna famiglia ha una sola card, ma dall’anno prossimo vi sarà una card per ciascun componente maggiorenne del nucleo familiare.

La card si può usare per prelevare in contanti e nello specifico fino a 100 euro al mese per i single e fino a 210 euro per le famiglie numerose.

Il prelievo ha una commissione di 1 euro se si effettua alle Poste o di 1,7 euro da altre banche.

Il reddito si interrompe quando il beneficiario ottiene un lavoro, grazie all’intervento dei tutor. Le mensilità che non riscuote a quel punto vengono riscosse dall’azienda che ha assunto a tempo indeterminato.