La Spagna è sempre un passo avanti quando si parla di gioco sicuro e normative sul gambling. L’attenzione dimostrata nei confronti di questo settore è costante e le misure introdotte sono spesso pioniere di strade che vengono poi imboccate anche da altri Paesi.
Una delle strategie più innovative è raccontata nella sezione blog di ItalCasino.net e riguarda un sistema di sicurezza che sfrutta la più moderna tecnologia informatica. Si tratta di Facelock, software disponibile anche in app per la protezione del proprio smartphone, che sfrutta il deep learning e che è stato applicato al settore del gioco d’azzardo in diverse regioni spagnole.
Il sistema sfrutta il riconoscimento facciale e lo implementa come sistema di controllo dei punti di gioco fisici, attraverso uno scanner RFID compatibile con tutti i sistemi di gioco e di controllo. Tramite le telecamere installate nella sala da gioco, possono essere riconosciuti gli utenti che dunque non hanno l’obbligo di esibire un documento d’identità per accedere.
Ma la funzione di Facelock non è solo quella di agevolare gli accessi, ma è anche quella di tutela per un gioco responsabile. Il sistema è infatti collegato al database del Registro Generale delle Interdizioni al Gioco d’Azzardo iberico, così da permettere un estemporaneo controllo incrociato che permette l’immediata individuazione di eventuali violazioni. Si tratta quindi di uno strumento che può notevolmente migliorare le attività di monitoraggio e ridurre il rischio di uno sconfino in ludopatie, assicurando un gioco sicuro e ispezioni mirate e istantanee in caso di violazioni.
Gli svantaggi, come sottolineano gli esperti di ItalCasino, sono quelli connessi alla tutela della privacy. È infatti noto come tecnologie di questo tipo siano ancora ritenute borderline, soprattutto in virtù della normativa europea varata qualche anno fa, il GDPR, che si prefigge quale obiettivo primario la tutela del singolo e dei suoi dati personali e sensibili. Altresì, sono noti i bias a cui queste tecnologie sono ancora soggette, con il rischio di discriminazioni nei confronti di alcune categorie di persone, motivo per il quale la strada che conduce all’applicazione di questo sistema in Italia potrebbe ancora essere lunga.
Nel frattempo, si potrebbe intervenire applicando strumenti già esistenti da anni, ma – di fatto – mai impiegati: parliamo dei fondi nazionali che dal 2016 vengono messi a disposizione delle diverse regioni tramite le aziende sanitarie locali.
Come denuncia Qds.it in un approfondito articolo, all’Asp di Messina sarebbero stati devoluti circa 500.000 euro annui fra il 2016 e il 2020 per il contrasto alle dipendenze, ma tali fondi sarebbero rimasti bloccati per mancanza di progetti. Fondi destinati a potenziare servizi Sert e Serd che Daniela Milano – responsabile messinese della campagna “Mettiamoci in gioco” – afferma potrebbero andare persi, in un destino analogo a quello di molte altre Asp siciliane.
Un immobilismo che non ha aiutato nel contrasto alla ludopatia che, secondo gli esperti, sarebbe cresciuta notevolmente nella nostra regione soprattutto a causa della pandemia e delle restrizioni a essa conseguite. Il presidente di Adoc Sicilia Raffaele Tango riporta un aumento del 20% rispetto al 2020 di persone che hanno richiesto aiuto ai loro sportelli o al numero telefonico messo a disposizione dall’associazione.
Dati che delineano contorni inquietanti di un fenomeno che merita immediata attenzione e l’applicazione di adeguate misure, sfruttando a pieno i mezzi e i fondi già stanziati da anni.