SAN GIOVANNI LA PUNTA, PRIMA LA RAPINA, POI LE FA RITROVARE LA BORSA… VUOTA

I Carabinieri della stazione di San Giovanni La Punta hanno arrestato il 42enne palagonese Nunzio Campisi, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Catania in ordine al reato di rapina aggravata.

L’uomo, infatti, aveva scelto il territorio del comune di San Giovanni La Punta, ritenuto sufficientemente “distante” dal proprio paese, come luogo dove effettuare indisturbatamente le proprie scorribande.

Così, a bordo della propria Renault Clio, transitava per le vie cittadine alla ricerca della preda migliore per appropriarsi dei suoi averi.

Nella giornata del 27 agosto scorso in via Sottotenente Scalia il malfattore, a bordo della propria autovettura, aveva adocchiato una donna di 56 anni e, presupponendo che fosse appena uscita dal locale ufficio postale distante una ventina di metri, entrava in azione con un’azzardatissima manovra che costringeva la donna al muro con il rischio di gravi conseguenze, cercando di strapparle con violenza la borsa dal braccio sinistro.

La vittima però, inaspettatamente per l’uomo, gli opponeva una vigorosa resistenza alla fine resa vana quando, al fine di farla desistere, lo scalmanato la colpiva violentemente sul braccio facendole perdere la presa.

La vittima veniva soccorsa dai passanti e condotta dai Carabinieri ai quali, tra le lacrime, elencava il contenuto della borsa, tra cui un cellulare e 125 euro, ma, soprattutto, forniva una precisa descrizione del rapinatore e della sua autovettura.

L’immediata attivazione dei militari, quindi, consentiva di acquisire dai sistemi di videosorveglianza della zona gli elementi per l’identificazione del rapinatore i quali, compendiati alla locale Procura della Repubblica, hanno consentito l’emissione dell’ordinanza cautelare in carcere.

Parrebbe significativo un travaglio interiore del malvivente che motu proprio, subito dopo il fatto, ha telefonato ad un recapito memorizzato nella rubrica del cellulare rubato, corrispondente alla sorella della vittima, per comunicare il luogo dove poter rinvenire la borsa, ovviamente però depredata di tutto ciò che aveva valore.

L’arrestato è stato associato al carcere di Caltagirone.