Rosario ha avuto il coraggio di denunciare il suo titolare, che gli avrebbe chiesto indietro parte dello stipendio che risultava in busta paga. Matteo Viviani è andato a chiedergli spiegazioni
“Si deve denunciare, se restiamo zitti che futuro diamo ai nostri figli?”. Rosario è un ragazzo di 26 anni che vive a Catania.
Quando trova lavoro presso un distributore di benzina Rosario fa i salti di gioia. “Ero felicissimo, lavoro a tempo pieno, in regola, busta paga, tutto”. Sembra tutto perfetto ma quando arriva il bonifico…
“Ogni mese, dopo che mi era arrivato lo stipendio, dovevo andare a prelevare e dare una somma direttamente al mio titolare”. In pratica, quindi, mentre sulla busta paga di Rosario risulterebbe una cifra, che varia tra i 1.500 e i 1.800 euro mensili, lo stipendio effettivo di sarebbe alla fine, tolti i soldi che restituisce cash al titolare, sono 1.000 euro.
Rosario non ci sta, e decide di registrare tutto quelle che avviene presso il distributore. “Non c’è nessuno che ti mette in regola, tu hai la fortuna che io ti metto in regola e stai tranquillo che se non ti mettevo in regola tu prendevi 750”, dice il titolare Paolo che in pratica calcolerebbe gli assegni familiari come parte del compenso che poi riconoscerebbe al dipendente.
In questo modo farebbe pagare all’Inps una parte dello stipendio dei suoi dipendenti, comprensivi di assegni familiari. “È vero, gli assegni sono i tuoi ma se io ti metto in regola. Se però io non ti metto in regola, tu gli assegni li perdi”, ammette il titolare. Questo sistema, secondo la testimonianza di Rosario, sarebbe applicato anche ad altri dipendenti.
Matteo Viviani è andato da Paolo, il titolare, a chiedere spiegazioni. “È una notizia falsa”, si difende Paolo.
Rosario, naturalmente, si è dovuto licenziare e ora è senza lavoro. Panettiere, benzinaio, qualsiasi cosa. Rosario è uno che impara in fretta! Se qualcuno vuole assumere una persona con queste qualità e valori contattateci a [email protected].
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