Sgomberata la baraccopoli in Contrada Ciappe Bianche

95047.it Gli agenti del Nucleo di Tutela Ambientale della Polizia Municipale di Paternò, coordinati dall’ispettore Giuseppe Consalvo, insieme ai Carabinieri della locale stazione, hanno eseguito un’operazione di sgombero di una ventina di baracche di fortuna, situate in un fondo rustico privato sito in Contrada Ciappe Bianche, nei pressi del Santuario di Maria SS. della Consolazione. All’interno delle baracche, realizzate con materiali di scarto, avevano trovano ricovero alcuni cittadini, presumibilmente extracomunitari, che vivevano nell’assenza dei requisiti igienico-sanitari minimi.

L’operazione congiunta di Carabinieri e Vigili Urbani è avvenuta a seguito della denuncia sporta dal proprietario del terreno, e all’ordinanza del sindaco di Paternò, Mauro Mangano, che ha disposto l’abbattimento della baraccopoli e lo sgombero degli occupanti. Il fondo, peraltro, si trova in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico e archeologico. «Operazioni di questo genere sono necessarie perché è la legge ad imporle – commenta il primo cittadino di Paternò -, ma sicuramente non possiamo ignorare il dramma di questi esseri umani che si trovano, all’improvviso, privi di un ricovero, seppur di fortuna». Stamani, all’arrivo delle ruspe, gli occupanti sono fuggiti alla vista degli agenti della Municipale e dei militari dell’Arma. «Se da una parte dobbiamo garantire la sicurezza e la legalità nelle campagne – prosegue Mangano -, dall’altra chiediamo a gran voce che le autorità competenti ci aiutino a dare una risposta umanitaria a queste persone, costrette a sopportare condizioni inaccettabili pur di sopravvivere, perché da soli non possiamo farcela. Pretendiamo inoltre – continua il sindaco – che la questione relativa al lavoro nero, una vera e propria piaga che si fa più pesante durante la campagna agrumicola, venga affrontata con determinazione, per questo chiediamo il pugno di ferro contro chi sfrutta gli stranieri e danneggia pesantemente i braccianti italiani, che sempre più si trovano privi di un’occupazione perché non possono competere con i lavoratori immigrati».