
StMicroelectronics in Italia chiederà la cassa integrazione guadagni ordinaria per il sito di Catania, eccetto il nuovo investimento chiamato WSiC, per circa una settimana in marzo e circa una settimana in aprile.
Saranno coinvolti un massimo di 2.500 dipendenti su un totale di 5.400 dipendenti a Catania.
E’ quanto si apprende da fonti qualificate.
La riduzione temporanea non è correlata al programma globale annunciato da Stm per ridisegnare la base manifatturiera, accelerando la capacità produttiva del silicio e del carburo di silici ridimensionando la struttura di costo globale.
La Reazione delle Parti Sociali
La Fim Cisl Sicilia ha reagito con preoccupazione alla notizia, chiedendo un intervento tempestivo delle istituzioni regionali e nazionali per garantire il futuro del sito di Catania e degli altri impianti siciliani. Pietro Nicastro, segretario generale Fim Cisl Sicilia, ha sollecitato il governo regionale a intervenire con urgenza, attivando i propri canali per convocare un tavolo tecnico presso il Ministero del Made in Italy, al fine di discutere il piano industriale del sito e la situazione critica del Design Center di Palermo.
“Il governo regionale deve farsi promotore di un tavolo tecnico al ministero per affrontare la situazione con il massimo di attenzione”, ha dichiarato Nicastro, sottolineando che il sito di Catania è fondamentale per l’economia siciliana.
Anche Francesco Rimi, coordinatore Rsu Fim Cisl, ha espresso preoccupazione per l’assenza dei vertici aziendali nell’audizione tenutasi in Commissione Attività Produttive dell’Assemblea Regionale Siciliana, rendendo la discussione interlocutoria. La Fim Cisl ha inoltre richiesto l’immediata convocazione di un tavolo nazionale con la partecipazione dell’assessore regionale alle Attività produttive, on. Tamajo.