Tennis: a Roma trionfa Djokovic, ma Schwartzman è da applausi

Davanti ad un pubblico di pochi eletti (1000 le persone autorizzate ad assistere agli eventi sportivi) e sotto qualche goccia di pioggia, è il solito e imbattibile Nole Djokovic, il quale quest’anno ha vinto 31 delle 32 partite disputate, ad alzare al cielo il trofeo degli Internazionali d’Italia 2020. Il serbo si è imposto su un mai domo Schwartzman per 7-5 6-3, dimostrando la sua solidità ed esperienza nei momenti clou del match e cancellando così la squalifica della scorsa settimana agli ottavi degli Us open contro Carreno Busta che gli è costata proprio l’unica sconfitta del 2020. Per Djokovic è il quinto titolo vinto a Roma, successo questo che lo rende il recordman in assoluto per Master 1000 conquistati, con 36 trofei in bacheca (Nadal insegue con 35). Nole è inoltre l’unico ad aver conquistato tutti e 9 i Master 1000.
Una nota di merito va però anche al “El peque” (da pequeno, soprannome dato a Schwartzman per la sua statura), autore di un torneo straordinario, nel quale è stato capace di eliminare il nove volte campione a Roma Nadal ai quarti e protagonista in semifinale di una delle partite più belle dell’anno contro Shapovalov. L’argentino ha dato come suo solito battaglia anche al numero 1 del ranking mondiale, iniziando la partita addirittura con un doppio break e sopra 3 a 0. Ma alla lunga il serbo è venuto fuori e, nonostante i quasi 20 errori non forzati del primo set, ha recuperato i due break di svantaggio e conquistato quello decisivo al 12° game. Il secondo set inizia con un break e controbreak immediato, ma ancora una volta Djokovic è bravo a sfruttare le occasioni concesse da Schwartzman, rubandogli il servizio all’ ottavo game e chiudendo col proprio servizio col punteggio di 6-3. La caratteristica che rende Djokovic indubbiamente il più forte di tutti è proprio quella di accelerare nei momenti decisivi di gara e approfittare di ogni minima sbavatura dell’avversario per sferrare l’attacco decisivo, anche in giornate o tornei proprio come questo in cui non sembra al top della forma. Chissà se conosce la teoria dei 5 secondi di Zanardi…
Resta l’amaro in bocca per le occasioni sprecate dagli italiani, Berrettini e Sinner su tutti, per le sconfitte in rimonta subite rispettivamente da Ruud ai quarti e da Dimitrov agli ottavi che hanno interrotto due percorsi che potevano avere un risvolto sicuramente più felice. Nota lieta di questo torneo è invece l’esplosione di Lorenzo Musetti, il talentuoso 2002 che ha stregato i tifosi italiani e su cui, insieme a Sinner, si ripongono le speranze future del tennis italiano.
Neanche il tempo di riposare, si inizia già con le qualificazioni per il Roland Garros, mentre già da qualche giorno è in corso il torneo di Amburgo, con Fognini e Sonego unici italiani in gara.
GIANLUCA RUFFINO