Totuccio Bottino, 25 anni dopo

95047.it Era da poche ore arrivato il nuovo anno, inattesa la notizia della morte di Totuccio Bottino raggelava i paternesi, era il 2 gennaio del 1992, la triste notizia faceva il giro della città in poche ore. E poi la conferma della morte attraverso la stampa locale, per i più increduli seguiva l’annuncio dei funerali, presso il Santuario della Madonna della Consolazione. Sono passati 25 anni dal quel giorno funesto ma Totuccio, anche dopo questi lunghi anni, non sembra mai essere andato via, è rimasto vivo nei ricordi degli amici, della sua famiglia e la moglie Pina. Lunedì due gennaio, presso la chiesa Cristo Re sarà celebrata una messa in suffragio, insieme ai suoi cari oggi lo vogliamo ricordare con lo stesso affetto di sempre.
Era un uomo poliedrico, lottava per difendere i diritti dei giovani e dei ragazzi, credeva nel valore educativo e socializzante dello sport. Sport, come sano impiego del tempo libero. Già negli anni ’60 intratteneva corrispondenza e relazioni con il ministero della P. Istruzione e con i vertici del CONI, proponendo l’ingresso dello sport nella scuola attraverso i tecnici specializzati, come oggi di fatto è. Di tali tematiche è stato pioniere e precursore, infatti gli organi sopraccitati risposero che le sue idee erano ottime ma non attuabili, in quanto i tempi non erano ancora maturi.

Precursore anche quando sosteneva che il Mister calcistico, dovesse essere affiancato da una equipe socio – psico-pedagogica, a lui, infatti, interessava la valorizzazione della persona umana in maniera sana e positiva. Negli ultimi anni svolse attività di docenza di psicologia nei corsi regionali di formazione per allenatori di 3a categoria.
Amava cantare. Quando si trovava davanti ad un palcoscenico, dalla grande ribalta a quello più piccolo della parrocchia, non resisteva a prendere in mano il microfono per cantare o intrattenere gli spettatori. Quanti spettacoli di piazza con il Pulcibazar in vari centri dell’isola, ma che goduria quando dal taschino tirava fuori la piccola armonica a bocca, di cui era un ottimo esecutore. Era la voce il suo punto di forza. Notevole il contributo culturale artistico e sportivo, che Bottino diede alla nostra città. Lui direbbe oggi “Certo Paternò non ha più una degna squadra di calcio, il suo ber carnevale non ha più il teatro comunale, non ha più le feste folkoristiche, non ha più il teatro dei pupi”. Totuccio fu intimo amico dei fratelli Napoli, di Fortunato Paqualino, si domanderebbe oggi dove stanno le ragioni di tanto abbandono?

Il primo e più serio problema della Paternò moderna, non è solo quello economico o della viabilità, ma è un problema spiccatamente culturale antropologico. “E’ doloroso ammetterlo – diceva già ai primi giorni del 1990 – non possiamo esimerci dall’evidenziarlo. I paternesi soffrono, innanzitutto di seri problemi comportamentali, è questo il punto “dolores” manca di una identità civica” quando incontrava gli amici attaccava presto bottone, ripetendo spesso che Paternò stava per avere una grande opportunità, e che non doveva andare sprecata “La Metropolitana”.
Bastava poco per far accendere la sua verve, Totuccio ora arriva la Metropolitana, cosa potrà cambiare? Questo il pensiero lucido di Bottino, quasi 30 anni fa. “La nuova occasione dovrà servire per modificare l’arcaico nostro modo di vedere e di agire… dovrà giovare per un radicale cambiamento di rotta. Paternò abbandonata la cultura dell’esodo (vedi le attuali serate di sabato pomeriggio o le giornate di domenica, si svuota la città) dovrà farsi accogliere, dovrà farsi un volto decente, dovrà propiziare l’esplosione del suo grossissimo potenziale naturale e umano. Nessun problema economico potrà essere affrontato senza un emblema attorno a cui si possa stringere l’intera comunità. Come la riscoperta delle antiche radici. La riacquisizione della memoria storica”.
Questo è stato, ed è ancora il testamento, una visione profetica, lasciata a memoria da Totuccio Bottino.

4 Comments

  1. Io l’ho conosciuto in un momento della mia vita che, in quel tempo forse più di adesso, era facile errare nelle scelte di vita, anche grazie a lui, forse perchè mi ha trasmesso dei valori e coinvoldo in dei progetti, ho percorso la mia strada nel senso giusto. Il mio ricordo di lui è di persona limpida e corretta ma sopratutto con un grande senso civico e costruttivo nella e per la società paternese.

  2. Il pensiero e le azioni dei giusti diventano patrimonio di tutti, oltre il loro tempo.
    Non l’ho mai conosciuto, ma è stata una scoperta, un vero privilegio “incontrarlo” attraverso il racconto di altri, oltre il suo tempo.

  3. Il pensiero e l’azione dei giusti divengono patrimonio di tutti, al di là del loro tempo.
    Non l’ho mai conosciuto, ma è stata una scoperta, un vero privilegio “incontrarlo” attraverso il racconto di altri, oltre il suo tempo.

I commenti sono chiusi.