TRUFFA AD ASILI NIDO E CASE DI RIPOSO, NOMI E FOTO DEGLI ARRESTATI A CATANIA

Nella prima mattinata odierna, nell’ambito di indagini coordinata dalla procura della Repubblica di Potenza e condotte dai Carabinieri della locale sezione di Polizia Giudiziaria, è stata data esecuzione, con ausilio di militari dei comandi provinciali di Torino, Catania, Brescia e Caserta a una misura cautelare coercitiva personale disposta dal Gip del Tribunale di Potenza nei confronti di 16 persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione, alla truffa gravata, al riciclaggio e all’auto riciclaggio.

Sono destinatari di custodia cautelare in carcere:

  • Mirko Ciciriello, nato a Torino il 2 maggio 1993;
  • Alfio Cangelosi, nato a Moncalieri (To) il 30 aprile 1989;

sono stati ristretti agli arresti domiciliari:

  • Patrizia Cangelosi, nata a Torino il 15 agosto 1960;
  • Alfredo Ciciriello, nato a Catania il 9 ottobre 1999;
  • Anthony Pappalardo, nato a Catania il 22 aprile 1996;
  • Giovanni Santoro, nato a Catania il 30 agosto 1977;
  • Rosaria Caruso, nata a Catania l’1 febbraio 1982;
  • Pietro Santoro, nato a Catania il 26 giugno 1993;

sono destinataria di obbligo di presentazione quotidiana alla Pg:

  • Mafalda Margherito, nata a Brindisi l’8 febbraio 1964;
  • Agata Maria Spanò, nata a Catania il 15 novembre 1999;

sono destinatari di obbligo di presentazione alla Pg:

  • Paolo Beria, nato a Torino il 23 ottobre 1978;
  • Vincenza Cangelosi, nata a Moncalieri (To) il 4 luglio 1993;
  • Innocent Omoruy, nato in Nigeria l’11 febbraio 1978;
  • Rosetta Militi, nata a Catania il 3 aprile 1976;
  • Lucia Paternò, nata a Catania il 5 luglio 1972;
  • Gloria Uhizebor, nata in Nigeria il 5 maggio 1980.

Le suddette misure cautelari sono state eseguite unitamente ad altrettante perquisizione personali e domiciliari.

Gli indagati sono ritenuti a vario titolo veramente indiziati di aver promosso, diretto, organizzato, partecipato o fornito concorso esterno a un’associazione per delinquere operante in tutto il territorio nazionale, finalizzata:

  • all’estorsione ai danni di enti religiosi e cooperative socio-assistenziali;
    alla truffa gravata ai danni di privati cittadini;
  •  al riciclaggio e auto riciclaggio dei proventi dei reati, allo scopo di ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

L’indagine è stata avviata dalla denuncia sporta settembre 2018 alla Procura della Repubblica di Potenza dalla rappresentante legale di una scuola paritaria dell’infanzia di Oppido Lucano (Pz), la quale aveva già subito due estorsioni da un tale “dottor Messina”, e continuava a subire minacce e ulteriori richieste di versamenti.

Gli accertamenti sono stati delegati dalla Procura di Potenza ai Carabinieri alla locale sezione di Polizia giudiziaria.

Attraverso intercettazioni telefoniche e riscontri documentali, è stata individuata un’organizzazione criminale composta da catanesi, alcuni dei quali residenti a Torino, e da piemontesi spesso legati fra loro da vincoli di parentele, che agiva seguendo un “copione” consolidato:

  • uno dei due promotori dell’associazione, destinatari oggi della misura cautelare in carcere, utilizzando la scheda telefonica intestata un inconsapevole straniero, telefonava da Torino ad asili nido e strutture assistenziali per anziani e disabili, in tutto il territorio nazionale, e si presentava quale dottor Messina o dottor Fata, dell’Ufficio Scolastico Regionale o del Miur; una volta ottenuto di parlare con un responsabile degli enti:
  • rappresentava inesistenti errori nell’assegnazione dei contributi regionali o ministeriali, convincendo gli interlocutori che la struttura contattata aveva percepito indebitamente 2490 euro in più rispetto al dovuto, ai danni di un altro ente – 2500 euro è il limite massimo mensile per il prelievo da sportello sulla carta Postepay Evolution -;
    proponeva una soluzione rapida, tramite bonifico su conto corrente postale, facendo credere all’interlocutore che l’Iban fosse intestato al direttore dell’ente a cui spettano di diritto i soldi, mentre in realtà era corrispondente a una carta Postepay Evolution intestata uno degli indagati;
  • minacciava il malcapitato che in caso di mancata adesione alla sua proposta, i contributi, spesso di vitale importanza per gli enti colpiti dal raggiro, non sarebbero stati erogati dalla Regione o dal Ministero fino alla primavera o l’estate dell’anno successivo.
  • ottenuto il versamento, in tempo reale due promotori, da Torino, avvisano i loro familiari a Catania affinché fosse prelevato immediatamente il denaro estorto, prima che i soggetti raggirati potessero ravvedersi e revocare il pagamento;
    i reali intestatari e possessori delle carte Postepay allertati, andavano subito a prelevare il denaro, ne tratteneva la propria percentuale, tra il 20 e il 25%, e lo trasferivano a loro volta su altre Postepay intestate a ulteriori familiari o complici a Torino.

Durante l’indagine, sono state accertate 5 estorsione consumata e 132 tentate, in cui i responsabili delle strutture contattate, per svariati motivi, non hanno aderito alle richieste estorsive. In 17 ulteriori occasioni, invece, le stazioni non sono state perfezionate grazie ai militari dell’Arma competenti per territorio, tempestivamente informati dai colleghi di Potenza. In uno di questi casi, in particolare, anche il bonifico appena effettuato è stato revocato.

L’indagine è stata svolta da militari dell’Aliquota Carabinieri con il supporto del Nucleo Investigativo del comando provinciale Carabinieri di Potenza.