Uccise due rapinatori e ferì un terzo, per il giudice va processato

95047.it La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per duplice omicidio e tentativo di omicidio del gioielliere di Nicolosi, Guido Gianni, di 57 anni, che il 18 febbraio del 2008 uccise due rapinatori e ferì un terzo che avevano assaltato il suo negozio minacciando di uccidere la moglie con una pistola poi risultata a salve e senza il tappo rosso. Dalla ricostruzione dei periti medico legale e balistici l’uomo dopo avere ingaggiato una colluttazione con i banditi li avrebbe feriti, ma i colpi mortali sarebbero stati esplosi mentre fuggivano e i tre sarebbero stati centrati alle spalle.

Nell’udienza davanti al Gip Fabio Di Giacomo Barbagallo i familiari delle due persone uccise, Davide Laudani e Sebastiano Catania, e il ferito, Fabio Pappalardo, entrati nell’inchiesta come parti lese, si sono costituiti parte civile. Il Giudice delle indagini preliminari ha ammesso la richiesta del legale del gioielliere, l’avvocato Orazio Gulisano, di perizia psichiatrica sull’imputato per stabilire se nel momento in cui ha esploso i colpi di arma da fuoco fosse in grado di intendere e volere o se la sua mete fosse stata “offuscata” dall’aggressione alla moglie. Il Gip ha aggiornato l’udienza al prossimo 9 novembre per nominare il perito incaricato di eseguire l’esame.

3 Comments

  1. Ogni giorno che passa mi convinco sempre di più che, coloro che sono stati delegati ((((Non dal Popolo Sovrano)))) a rappresentare l’organo di giustizia a tutela di quel Popolo Sovrano, Onesto ed Indifeso, si sono Fumati il Cervello!!!!!! Qui si assiste alla tutela di chi Delinque. Grazie Giudice!!!!! Le Consiglio di fare lei una Visita Psichiatrica affinche chiunque si presenti al suo cospetto sappia chi si trova davanti.

  2. Perfettamente d’accordo con Anto. Un eroe che noi tutti dovremmo ringraziare, viene invece processato per aver tentato di difendere il suo lavoro e la vita dei suoi cari. Assurdo, incomprensibile, ridicolo.
    L’unico modo per fermare questo scempio è processare quei delinquenti di magistrati che si pongono, in fin dei conti, sullo stesso piano dei delinquenti “comuni”: entrambi sono difatti dei criminali in piena regola in quanto, in maniera diversa ma complementare, favoriscono il propagarsi del malessere sociale.
    Bisogna cambiare le leggi italiane — con politici annessi — e soprattutto cambiare le menti contorte che le applicano, agire per difendere i nostri diritti e la nostra libertà di cittadini.
    Non immaginate quanto io soffri a non avere alcun potere. Le parole ormai non bastano più.
    Più che mostrare la mia piena solidarietà al Sig. Guido, non so che fare…

  3. E’ una vergogna per tutte quelle persone che vivono onestamente del loro lavoro, che vanno avanti a forza di sacrifici personali e che poi per difendere se stessi, i lori cari e la propria proprietà, dalla feccia della società, si ritrovano sul banco degli imputati. Se questa è l’Italia spetta a noi tutti cambiarla.

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