Us Open: trionfa Thiem dopo una battaglia di 4 ore. E’ la sua prima vittoria di uno slam

Se ci fosse stato bisogno di dimostrare che Thiem e Zverev siano tra i giocatori più forti e in forma del circuito, la finale di ieri a Flushing Meadows ha levato ogni dubbio. Al termine della maratona di più di 4 ore è stato l’austriaco a spuntarla, il quale, a 27 anni e dopo tre finali perse, è riuscito a conquistare il suo primo titolo Slam, mettendo fine al dominio incontrastato dei tre Tenori (Djokovic, Nadal, Federer) e diventando il primo tennista nato dopo il 1990 a conquistare uno dei quattro tornei più importanti. Magari ci saremmo aspettati di vederlo trionfare per la prima volta a Parigi, sulla terra, sua superficie preferita. Ma dopo il forfait di Rafa e Roger e la follia di Djokovic agli ottavi con Carreno-Busta, Thiem sapeva che questa era un’occasione ghiottissima e non poteva farsela scappare. In finale si è trovato però di fronte uno Zverev determinato e martellante, che per due set e mezzo ha messo sotto il numero 3 del mondo, giocando un tennis aggressivo e chiudendo spesso gli scambi con vincenti o scendendo a rete. I primi due parziali si concludono infatti con il punteggio di 6-2 e 6-4 per il tedesco, che incomincia ad assaporare il colpaccio alla prima finale slam in carriera. L’inefficacia in risposta porta Thiem a cambiare strategia e ricevere praticamente a ridosso dei giudici di linea, ma anche nel terzo set è Zverev a conquistare un break al terzo gioco e portarsi in vantaggio, per poi restituire immediatamente il controbreak con qualche errore di troppo. Da questo momento la partita cambia, perché Thiem trova il modo per arginare i colpi del tedesco, che a sua volta cala vistosamente a livello fisico, e sul 5-4 ottiene il break che gli consente di accorciare il punteggio sul 2 a 1. Nel 4° set Thiem concede pochissimo nei propri turni di servizio (soli due punti), limita gli errori gratuiti e grazie ad un ripetuto utilizzo del rovescio in back non permette a Zverev di accelerare coi propri colpi, inducendolo spesso all’errore. Il break decisivo arriva sul parziale di 4-3 per la testa di serie numero 2 del tabellone, che dopo aver rubato il servizio, chiude il 4° parziale col punteggio di 6-3. Nel set decisivo sono più gli errori che i vincenti ad essere decisivi. Sembra quasi che nessuno dei due voglia vincerla. Basti pensare che sono sei i break del set, tre per parte, con entrambi i tennisti arrivati a servire per il match ma che in entrambi i casi hanno immediatamente concesso il controbreak. Il tie break è l’epilogo più giusto. La stanchezza e la tensione sono le protagoniste e il punteggio resta tiratissimo: 2-0 Zverev, 2-2, 5-3 Thiem, il quale arriva ad aver due championship point sul 6-4 ma li spreca malamente. Sul 6-6 però conquista il minibreak decisivo che gli permette di chiudere col punteggio di 8-6, complice il dritto in corridoio di Zverev. A fine partita la commozione da ambo le parti è tangibile: Thiem si sdraia in terra esausto, Zverev rimpiange le occasioni perse. Resta comunque da ammirare la grande sportività dei due (emblematico l’abbraccio finale). La vittoria di Thiem è comunque storica: non accadeva dal Roland Garros del 2004 che un giocatore rimontasse una finale slam sotto di due set, mentre agli Us Open non accadeva addirittura dal 1949.

GIANLUCA RUFFINO