VERTENZA ALMAVIVA, A CATANIA 650 LAVORATORI A RISCHIO: “BOMBA SOCIALE, POLITICA RISPONDA”

La nuova e preoccupante vertenza sul mantenimento dei livelli occupazionali di Almaviva a Catania, è stata tra le tematiche trattate nel corso del recente Consiglio nazionale della federazione Ugl Telecomunicazioni che si è tenuto a Marina di Ascea (Salerno).
A discutere della questione, insieme al segretario Stefano Conti, erano presenti i due delegati catanesi ovvero il segretario provinciale della federazione Angelo Arcarisi ed il dirigente sindacale Giuseppe Mancari, nonché il segretario territoriale di Ugl Catania Giovanni Musumeci.
“Vogliamo accendere i riflettori su una vicenda drammatica e ci rivolgiamo alla politica tutta perché mostri fattivo interesse verso questa vera e propria bomba sociale pronta per scoppiare. L’improvviso disimpegno da parte di una delle maggiori imprese che offrono servizi di call center in Italia, quale è Almaviva, dall’intero mercato di “Customer relationship manager” è un fatto enorme. A Catania, dove attualmente impiega circa 650 lavoratori, l’allarme è elevato – spiegano Musumeci, Arcarisi e Mancari.
I 400 operatori della commessa Vodafone, inbound e outbound, per continuare a lavorare dovrebbero trovare un nuovo acquirente per lo stesso appalto, mentre i 200 dipendenti che lavorano sul servizio 1500 del Ministero della Salute rischiano il licenziamento. Proprio questi ultimi, che hanno svolto un importante lavoro di supporto durante tutto il periodo di emergenza pandemica, oggi già stanno svolgendo servizio a singhiozzo essendo destinatari degli ammortizzatori sociali per una quota pari all’80%. Se dal Ministero non si interviene tempestivamente con una rimodulazione del progetto utile alla cittadinanza, c’è il serio pericolo che si possa arrivare alla riduzione con conseguente dichiarazione di esubero. Quanto a Vodafone – aggiungono gli esponenti Ugl – sappiamo che sta cercando di individuare un nuovo partner che sul territorio etneo possa accogliere gli operatori in una nuova struttura per continuare l’attività intrapresa.
La nostra paura, però, è quella che possano essere trovati o call center non all’altezza della necessità di reimpiegare 400 persone (anche per le 200 unità del servizio 1500 bisognerà trovare collocazione), più i circa 40 impiegati non coperti da clausole sociali, oppure fornitori poco affidabili come accaduto in passato. Il tutto dovrà avvenire entro il 31 ottobre ed ancora oggi non abbiamo alcuna notizia di ciò che sta avvenendo, ma soprattutto se e come saranno applicate tutte le clausole previste dal contratto.
Questa crisi, epilogo di una lunga storia di anni di tira e molla con Almaviva, in questo frangente temporale è devastante per il territorio catanese e noi – concludono dalla Ugl – siamo in prima linea anche con il sostegno della federazione nazionale Telecomunicazioni per evitare un dramma, ma ci vuole necessariamente una mano forte e presente del Governo nazionale che si andrà ad insediare e del Parlamento a difesa dei 650 lavoratori.
Bisogna fare in fretta!”
Grazie, buon lavoro e cari saluti.