I vertici del Qè come Ponzio Pilato: se ne lavano le mani e licenziano 233 persone

95047.it La dicitura della lettera è inequivocabile: “Procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività”. La firma in calce sul documento è dell’amministratore unico del Qè, Mauro De Angelis. Una paginetta e mezza dove si arzigogola sui motivi che hanno portato alla cessata attività dell’azienda ma dove la sostanza resta: per 233 lavoratori i licenziamenti sono scattati senza possibilità d’appello. 
“La Qè srl – si legge – in molteplici incontri ha illustrato alle organizzazioni sindacali la situazione aziendale, evidenziando l’aggravarsi delle criticità del mercato di riferimento, caratterizzato da forti riduzioni dei ricavi e della redditività, soprattutto in conseguenza delle azioni di contrazione dei costi operate dalla maggior parte dei principali committenti. Per tali motivi la società Qè srl in data 31.03.2016 aveva affidato le procedure del licenziamento collettivo per 90 lavoratori su 275”.
Ed ancora: “I lavoratori interessati sono 233, ossia l’intero organico aziendale. L’esposizione delle cause determinanti la cessazione dell’attività, inducono ad espletare con estrema urgenza la procedura di licenziamento collettivo, di cui inizio è fissato dal momento della ricezione della presente comunicazione, ed andrà ad esaurirsi entro e non oltre i tempi massimi fissati dalla legge”.

Insomma, il fallimento non lo si dichiara ma i lavoratori verranno licenziati: il modo migliore per lavarsene le mani. A dir poco inaccettabile. Si cerca di capire, almeno, se sarà possibile accedere agli ammortizzatori sociali. I sindacati e gli stessi dipendenti proseguono la loro battaglia. E domani, manifestazione a Catania dinanzi la Prefettura.
La battaglia non finisce qua.