
Gli Stati Uniti hanno lanciato un imponente attacco contro siti nucleari in Iran, impiegando una forza aerea senza precedenti per complessità e portata. Secondo quanto riferito dal capo di stato maggiore statunitense Dan Caine, l’operazione ha visto coinvolti 125 velivoli, inclusi sette bombardieri stealth B-2, che hanno compiuto una missione di 18 ore senza scalo, rifornendosi più volte in volo.
Il volo dei bombardieri strategici, decollati dalla base aerea di Whiteman, nel Missouri, è stato definito “il più lungo dal 2001” dalle autorità militari USA. La rotta seguita, secondo quanto comunicato ufficialmente, li ha portati a sorvolare il Mediterraneo, passando davanti alla Sicilia, prima di dirigersi verso l’obiettivo in Iran.
L’attacco ha incluso anche 14 bombe “bunker buster” da 14 tonnellate, progettate per penetrare strutture fortificate sotterranee. Una parte della flotta è stata inviata a ovest come diversivo, mentre il gruppo principale di sette B-2 ha seguito la rotta verso est, diretto ai siti iraniani.
L’operazione ha richiesto un’elevata coordinazione e numerosi rifornimenti aerei per garantire la continuità del volo senza scali. Questo dispiegamento sottolinea l’elevato livello tecnologico e logistico delle forze armate statunitensi, in un’azione che rappresenta uno dei più audaci raid aerei dell’ultimo ventennio.
L’attacco potrebbe segnare un punto di svolta nella già delicata situazione tra Washington e Teheran, riaccendendo il dibattito internazionale su sicurezza, armamenti nucleari e stabilità regionale.