Catania, Sequestro da 3,8 Milioni a Messaggerie Logistica Sicilia per Frode Fiscale: Coinvolte Otto Società

Nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, i finanziari del Comando provinciale hanno dato esecuzione a un’ordinanza con cui il Gip del Tribunale ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 3,8 milioni di euro nei confronti di una società leader nel settore della logistica catanese.

Il provvedimento concerne complessivamente 12 indagati, a vario titolo ritenuti responsabili dei reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOL), dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo delle predette fatture, omesso versamento Iva e bancarotta fraudolenta. Le investigazioni, eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania mediante attività tecniche, servizi di osservazione, mirate perquisizioni locali, acquisizione ed esame di documentazione contabile ed extra contabile nonché escussione testimoniali di una trentina di dipendenti, traggono origine dall’approfondimento della posizione di alcune aziende  somministratrici di manodopera, poste in liquidazione giudiziale in quanto gravate da ingenti debiti erariali e previdenziali.

Ferma restando la presunzione d’innocenza valevole ora e fino alla condanna definitiva, l’attenzione degli investigatori si è concentrata sulla società Messaggerie logistica Sicilia Srl, con sede nella zona industriale di Catania, affidataria di servizi di logistica da parte di rilevanti aziende operanti nella Grande Distribuzione Organizzata della Sicilia e sul reticolo di imprese che operavano in sub-appalto.

Gli approfondimenti eseguiti avrebbero disvelato un complesso sistema di frode fiscale attuato mediante la creazione di numerose imprese dedite all’illecita somministrazione di manodopera a favore della società capofila da utilizzare per assicurare i servizi di logistica appaltati.

Nel dettaglio, Messaggerie logistica Sicilia Srl, soggetto giuridico privo di maestranze
o con un numero esiguo di dipendenti, prevalentemente dediti a mansioni amministrative, per l’esecuzione dell’appalto, sulla base degli indizi raccolti, avrebbe esternalizzato la forza lavoro, ricevendo nel tempo “servizi di manodopera” dalle altre società coinvolte nella frode, formalmente autonome, ma di fatto riconducibili a un unico dominus.

In tal modo, queste ultime si sarebbero caricate dei debiti erariali e previdenziali, mai versati, connessi al personale alle loro dipendenze e alla fatturazione dei servizi di manodopera “resi”, mentre la “capofila”, destinataria delle fatture per operazioni inesistenti, avrebbe potuto operare senza sostenere l’intero peso dei costi di lavoro dipendente, garantendosi inoltre la maturazione di ingenti crediti IVA non spettanti.

All’interno del meccanismo fraudolento, secondo quanto emerso dalle risultanze investigative, e ferma restando la presunzione d’innocenza, avrebbero operato 8 società cosiddette “serbatoio” (La Service Sil, S.T.S. S.r.l., A.T.G. Logistica S.I.l., A.D. Logistica S.f.l.s., Giesse Service S.r.l.s., Coopservice F.M. Soc. Coop.va, Just Service S.r.l.s. e Speed S.r.l.s.), costituite sotto forma di Società Cooperativa o di capitali (in particolare di S.tl. o S.rl.s.), che si sono progressivamente avvicendate, trasferendo la manodopera dall’una all’altra e omettendo sistematicamente il versamento dell’IVA e dei contributi.

Quanto alla regia unica, sarebbe stato appurato a livello di gravità indiziaria che i centro nevralgico del sistema di frode sarebbe da ricondurre alla società “filtro” Messaggerie logistica Sicilia S.r.l. ed in particolare, con il ruolo di dominus, a Susanna Calio, formalmente dipendente e moglie del rappresentante legale di diritto Fabio Gaetano Valenti, la quale avrebbe svolto un ruolo gestorio e organizzativo di rilievo sia nell’ambito della predetta impresa, in concorso con l’attuale Fabio Gaetano e il precedente amministratore Aurelio Valenti, sia in seno alle società “serbatoio” in concorso con i relativi rappresentanti legali di diritto nella loro veste di “prestanome”.

Al riguardo, gli stessi dipendenti sentiti in atti avrebbero dichiarato che i formali amministratori delle imprese presso cui erano assunti non avrebbero esercitato alcun potere direttivo o organizzativo in ordine all’espletamento delle loro mansioni e non avrebbero apprestato alcuna reale organizzazione di mezzi per l’esecuzione dei lavori formalmente loro affidati. Alla luce del complesso delle evidenze acquisite, i contratti di appalto di servizi sono stati qualificati come simulati, in quanto diretti a celare una mera fornitura di prestazione lavorativa da parte delle società “serbatoio”, comportando un giro di fatture per operazioni inesistenti, nel complesso, pari a oltre 22 milioni di euro e un’Iva indebitamente detratta per 3,8 milioni di euro.

A conclusione delle attività di indagine, il Gip del Tribunale di Catania, su proposta della Procura, ha dunque ritenuto sussistenti gravi indizi di reità a carico dei soggetti indagati per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti (FOI), dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo delle fatture, omesso versamento IVA e bancarotta fraudolenta, disponendo nei confronti della società Messaggerie Logistica Sicilia S.r.L. il sequestro preventivo della somma di oltre 3,8 milioni di euro corrispondenti al profitto del reato di dichiarazione fraudolenta mediante l’utilizzo di fattura per operazioni inesistenti.

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