IL PRESIDENTE DELL’ARS GAETANO GALVAGNO INDAGATO PER CORRUZIONE: SENTITO IN PROCURA, RESPINGE LE ACCUSE

Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno, è indagato dalla Procura di Palermo per due finanziamenti risalenti al 2023, per un totale di 300 mila euro. La notizia, definita da molti una vera e propria “bomba politica”, è stata riportata oggi nell’edizione palermitana del quotidiano La Repubblica.

Secondo l’inchiesta condotta dai sostituti procuratori Andrea Fusco e Felice De Benedettis, sulla base di indagini delegate alla Guardia di finanza, Galvagno avrebbe ottenuto incarichi professionali — in realtà mai svolti — per la sua portavoce Sabrina De Capitani e per il suo addetto stampa Salvatore Pintaudi, in cambio dei finanziamenti regionali.

I contributi al centro dell’indagine sono due:

  • un finanziamento da 100 mila euro destinato ai concerti di Natale organizzati dalla Fondazione Tommaso Dragotto di Palermo, svoltisi il 20 e 21 dicembre 2023 al Teatro Politeama di Palermo e al Teatro Bellini di Catania, rivolti a ragazzi in condizioni di marginalità sociale;
  • un contributo di 200 mila euro assegnato alla società “Punto e a Capo” di Nuccio La Ferlita, noto impresario dello spettacolo siciliano, per eventi natalizi e di Capodanno organizzati nel Catanese.

I fondi furono erogati dagli assessorati regionali alle Attività sociali, al Lavoro e al Turismo e Spettacolo, attraverso provvedimenti inseriti nella manovra di variazione di bilancio del 2023.

Tuttavia, per gli investigatori la presunta corruzione non risiederebbe nei contributi in sé, ma nelle utilità ottenute in cambio: ovvero, negli incarichi professionali assegnati ai collaboratori di Galvagno subito dopo l’erogazione dei fondi.

Galvagno è a conoscenza dell’indagine dall’inizio dell’anno, quando ha ricevuto l’avviso di proroga delle indagini, come previsto dalla normativa vigente. In quell’occasione aveva chiesto immediatamente di essere ascoltato, ma è stato sentito solo nei giorni scorsi dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Nel corso dell’interrogatorio, il presidente dell’Ars ha respinto le accuse, sostenendo che i suoi collaboratori non hanno un contratto di esclusiva con lui e di non essere a conoscenza di eventuali incarichi da loro assunti al di fuori del suo staff.

Al momento, dalla Procura non è giunto alcun commento ufficiale: l’inchiesta rimane coperta dal massimo riserbo.

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