
Un lungo post, condiviso sulla pagina Facebook della storica pasticceria Quaranta, racconta con parole semplici e cariche di dolore chi era davvero Santo Re, il trentenne barbaramente ucciso a coltellate venerdì scorso sul lungomare di Ognina. Non si tratta solo di un ricordo: è anche un grido di dolore, un appello civile alla giustizia e alla speranza.
Santo lavorava da sempre alla pasticceria Quaranta, al fianco del padre Nino. “Figlio e fratello adorato, compagno amato, papà presente, zio cercato, amico gentile, lavoratore appassionato”, scrivono colleghi e familiari. Parole che delineano la figura di un ragazzo stimato da tutti: schivo, generoso, sempre pronto ad aiutare.
“Il nostro gigante buono – si legge nel post –. Fin da piccolo vivace e curioso, amava la sua famiglia e stimava profondamente il padre, suo modello nel lavoro e nella vita.”
Santo aveva fatto della cucina la sua passione, proprio come il papà. Tra catering, ricette e nuove invenzioni come i “patacrock”, era diventato parte integrante dell’anima dell’azienda. Ma più ancora del suo talento, chi lo ha conosciuto ricorda la sua bontà, la sua discrezione, il suo cuore gentile.
Il giorno della tragedia stava rientrando a casa, dalla sua famiglia. Ma la violenza cieca ha stroncato ogni cosa. E il dolore di chi lo ha amato è ancora oggi incolmabile.
“Tu Santo aiutavi indistintamente. Eri una persona perbene, sapevi solo difenderti. Il tuo sacrificio è la manifestazione di un grido disperato in questo mondo che cova rancore e semina sofferenza.”
In un passaggio particolarmente toccante, amici e colleghi sottolineano quanto la sua presenza continui a vivere nei laboratori della pasticceria:
“Ti respiriamo tra i banconi. Il rumore dei tuoi passi, il suono della tua voce sono vividi. Ora e per sempre, Quaranta sei anche tu.”
Il post si chiude con un appello dignitoso ma fermo alla giustizia, e con un invito rivolto alla città:
“Santo amava Catania. E noi vorremmo avere la forza di amare una Catania onesta, che della violenza non fa un idolo. Le persone perbene non girano con le armi in tasca.”
Un pensiero condiviso da tanti cittadini e clienti, che in questi giorni si sono stretti attorno alla famiglia e alla pasticceria Quaranta, come una grande comunità ferita, ma determinata a non cedere al silenzio.